venerdì 1 marzo 2013

LA SINDROME BELGA



A punto in cui siamo, considerata anche l’ultima risposta di Grillo a Bersani (“Hanno la faccia come il culo, sono un puttanaio”), facendo uso, come sempre, del suo delizioso frasario aulico, l’ingovernabilità si fa sempre più tangibile. Non è possibile alcuna alleanza con il movimento 5 stelle, anche per l’assoluta impreparazione dei nuovi deputati e senatori, che, nelle rare interviste che hanno rilasciato, si sono espressi con una terminologia fatta di slogan, frasi fatte e luoghi comuni da fare cadere le braccia. Impraticabile anche la strada di un “governissimo” PD-PDL, resta ben poco. L’unica proposta che ha saputo fare Grillo è quella di un monocolore (come ai tempi della DC) del movimento 5 stelle con l’appoggio esterno degli altri due partiti. Una proposta da comico, che solo un matto avrebbe potuto fare. Cosa accadrà allora, chi potrà mai governare questo paese, visto che un incarico bisognerà pure affidarlo a qualcuno? Intanto le consultazioni partiranno solo dal 15 marzo. In questo lasso di tempo i mercati avranno modo e agio di massacrare il nostro paese. Lo spread toccherà quota 500 punti, la Borsa di Piazza Affari sarà costantemente negativa, bruciando miliardi tutti i giorni, le nostre banche finiranno a gambe all’aria. In una situazione di nuova emergenza, del tutto simile a quella del novembre 2011, Napolitano può fare una sola cosa. Il Belgio, tre anni fa, si trovava in una situazione tutt’affatto simile alla nostra: dalle urne non era uscito un governo possibile, e allora è rimasto in carica quello precedente, in attesa di nuove elezioni. Sono passati due anni, e le cose, soprattutto in economia e finanza non sono andate male. Napolitano può solo affidare a Monti l’incarico di formare un governo di unità nazionale, con un consiglio di ministri politico ed un premier tecnico. Sarebbe anche possibile un esecutivo interamente tecnico guidato da Ignazio Visco, il presidente di Bankitalia, ma la precedente esperienza del governo composto da soli tecnici ha deluso un po’ tutti. E’ quindi più verosimile che Monti continui con un mandato a termine la sua esperienza, nomini dei ministri attingendoli dal nuovo Parlamento, e faccia quelle riforme necessarie per non paralizzare il paese. La riforma elettorale anzitutto, e altri due o tre provvedimenti urgenti. Ricordiamo che andare al voto subito non sposterebbe di molto le cose, si correrebbe il rischio di un risultato fotocopia. Monti è già insediato, non farebbe altro che proseguire “pro tempore” il suo mandato fino a traghettare il paese a nuove consultazioni elettorali. Credo sia difficile percorrere un’altra strada. Ci troviamo in un vicolo cieco, vengono a galla tutte le contraddizioni del nostro sistema politico e delle sue istituzioni. Un sistema bicamerale perfetto è del tutto inopportuno: poteva andare bene ai nostri padri costituenti, nel 1946, non nel 2013 con una crisi globale che ci si divora. Il senato andrebbe abolito, non servono due camere che fanno le stesse cose. Un unico congresso dei rappresentanti, punto. E poi, le prerogative del Presidente della repubblica sono poco più che simboliche. Un sistema semipresidenziale alla francese (con annessa legge elettorale) sarebbe più auspicabile. Se ora Napolitano avesse delle prerogative maggiori, ne saremmo tutti avvantaggiati. Ma i suoi poteri sono quelli della regina Elisabetta, e con la nomina di Monti a premier ha già forzato di gran lunga il suo mandato. Un uomo plurindagato e che incarna perfettamente il conflitto di interessi, in un altro paese, non sarebbe stato eleggibile. Da noi è stata possibile questa aberrazione giudica, con tutto quello che ha comportato. E’ vero che gli italiani hanno eletto due pagliacci. Hanno ragione quelli della stampa estera. Berlusconi è poco più che un delinquente comune (l’ultima indagine riguarda i tre milioni di euro versati al senatore De Gregorio per cambiare casacca e fare cadere il governo Prodi), Grillo è un comico che sa solo insolentire ed utilizzare un linguaggio da postribolo. Occorre dunque mettere mano a delle riforme istituzionali, che aboliscano le Province, che diano vita ad una unica camera dei rappresentanti, che attribuiscano qualche potere i più al Presidente. Ma per fare questo ci vuole una maggioranza solida, che non poteva venire fuori dal “porcellum”, che, tra parentesi, nessun partito ha veramente voluto cambiare. Viviamo tempi assai tristi, l’Italia è un paese che avrebbe potenzialmente le risorse per risollevarsi, è la terza economia dell’eurozona, non ci meritiamo una classe politica di dilettanti corrotti ed incapaci. Dobbiamo cercare un premier che conosca a menadito l’economia e la finanza perché è lì che sta l’emergenza, dobbiamo assolutamente uscire dal vicolo cieco nel quale ci siamo cacciati. Ma non se ne esce con un ex comico e neppure con una persona che dovrebbe stare in galera. Auguriamoci tutti che ancora una volta Napolitano faccia la scelta giusta, e, forzando nuovamente le sue magre prerogative, riaffidi l’incarico a Monti per formare un governo temporaneo che ci faccia approdare a nuove elezioni, possibilmente non in tempi brevissimi.