La exit strategy pianificata dalla Troika per il
salvataggio di Cipro spiana la strada a quelle che potrebbero essere le
metodologie di risanamento attuabili anche per l'Italia: sostanzialmente visto
che ci sono persone che ancora non lo sanno i 10 miliardi di euro necessari per
dare ossigeno all'economia cipriota arriveranno grazie a prelievi una
tantum sui depositi a vista dei correntisti bancari: 6,5% sino a 100.000 euro e
9,9% oltre questa soglia, inutile pensare di portare via il proprio denaro in
quanto le banche hanno l'ordine di bloccare i fondi per evitare la fuga dei
capitali all'estero. Sono costretti a pagare l'imposta anche i non residenti
che hanno depositi presso banche cipriote. Un'altro punto di vista per
giustificare la ratio di questa manovra considera che il gettito fiscale
prodotto da questo intervento scaturirà in misura maggiore proprio dai
prelievi effettuati sui conti dei soggetti non residenti i quali hanno
sfruttato per anni le caratteristiche distintive del sistema bancario cipriota
(considerato un rinomato centro di riciclaggio finanziario, soprattutto dalla
criminalità russa). Mentre chi amministra denaro per conto terzi sta vivendo un
clima del tipo DEFCON 3 (vi invito al riguardo a rivedere lo strepitoso film War Games uscito nel 1983) in Italia e nel nuovo
parlamento si continua a filosofeggiare e tergiversare.
Le varie forze politiche uscite vincenti dall'ultima tornata
elettorale, incuranti della scenario socioeconomico che contraddistingue la
nazione, continuano a dare dimostrazione di puerili azioni dimostrative o di atti
di sabotaggio politico contro questa o quella parte politica o
istituzionale. Non vi è nessuno che sia in grado di proporre sul piano della
credibilità operativa un programma di cambio della politica economica
che ha contraddistinto l'Italia in questi ultimi dieci anni. A sentire il PD,
il PDL ed anche il M5S sembra che la priorità della nazione siano i tagli ai
costi della politica, il dimezzamento dei parlamentari, la legge sul conflitto
di interessi, la riforma elettorale ed il finanziamento pubblico dei partiti.
Personalmente parlando, ma chi se ne frega in questo momento critico del
finanziamento ai partiti, si tratta di far risparmiare alla fiscalità diffusa
appena 90 milioni di euro all'anno (avete letto bene novanta milioni) su un
bilancio di oltre 800 miliardi ! Capite che in Italia manca una classe
dirigente capace proprio da questo tipo di considerazioni, e questo vale
trasversalmente prendendo in causa tanto i nuovi eletti quanto le vecchie
mummie riconfermate. Governare ed amministrare è un mestiere piuttosto
difficile, che non si esercita in base a presunzioni di onestà e trasparenza,
ma solo per constatazioni di capacità e per risultati raggiunti.
Come si può pensare che persone appena laureate o in
procinto di laurearsi (presenti in ogni forza politica) che non hanno mai
avuto responsabilità di rilievo all'interno del mondo imprenditoriale o
nella vita di qualche ente pubblico, per quanto siano giovani e genuine, siano
in grado di governare o di proporre soluzioni per la politica economica della
nazione. Lo avevano capito persino i Romani istituendo il cursus honorum,
un insieme di incarichi militari e funzioni politiche che si doveva aver
espletato prima di potersi candidare al Senato della Repubblica. Lo ha
menzionato di recente anche Papa Francesco, la vecchiaia è la sede della
sapienza, pertanto non è detto che l'ingresso impunito di tanti giovani,
privi di cursus honorum, qualunque sia la loro fede politica, possa essere
considerata una soluzione sensata da percorrere. Pertanto possiamo dire che
oggi ci rendiamo conto di come per rinnovare la classe politica italiana non
basti sostituire un vecchio cialtrone incompetente con uno scalpitante
giovane incompetente. In ogni caso ricordate che governare sul piano politico
(soprattutto in Italia) significa cercare alleanze, condividere obiettivi di
breve e convergere su un dispositivo di legge oggi necessario.
Per questo
motivo continuo ad essere un fiero credente del commissariamento finanziario
sovranazionale del paese, persino se io stesso lo aborro, ma mi rendo conto
essere l'unico modo per poter avviare un processo di risanamento nazionale,
prima che si arrivi al default del paese o peggio ad una escalation di tensione
sociale in grado di destabilizzare quel poco di credibile che hanno le
istituzioni italiane. A fronte di quanto emerso in questi ultimi giorni, adesso
abbiate paura, soprattutto dopo le esternazioni della BundesBank riguardo
al rischio paese. Senza riforme, niente aiuti. Sapete quali saranno le riforme
che chiederanno prima di prestare il denaro, riforme che questo parlamento
e forse anche quello futuro non saranno mai in grado di implementare senza il
ricatto sovranazionale ? Mecato del lavoro dinamico e flessibile, assunzione e
licenziamento stile modello scandinavo, remunerazione della manodopera
attraverso gabbie salariali desindacalizzate, accentramento e snellimento
dei costi di spesa per la pubblica amministrazione, indicatori di performance
per i dipendenti pubblici, limitazioni all'assistenza sanitaria di base,
accorpamento amministrativo degli enti locali. Insomma tutto quello che servirà
per diminuire il bilancio di spesa della macchina statale italiana.
Sperando comunque che intanto questo possa bastare, prima di arrivare ai tanto
antipatici e dannosi prelievi coatti sui depositi bancari degli italiani.
Eugenio Benetazzo - eugeniobenetazzo.com