domenica 17 marzo 2013

L'OTTUSA RETORICA DI GRAMELLINI



Massimo Gramellini, vicedirettore della “Stampa” e ospite fisso di “che tempo che fa”, ci sciorina ogni settimana le sei “chicche” più gustose dela settimana e ci propina  un breve commento, in genere gonfio della retorica dei “buoni sentimenti”, tanto cara a certa sinistra. Non ci risparmia nulla del repertorio fatto di emarginati, derelitti, reietti, poveri immigrati sbarcati in Italia in cerca di sopravvivenza, vittime di soprusi, carnefici impietosi e crudeli, politicanti corrotti e voraci, povertà, fame e miseria del terzo mondo, morti ammazzati, depredati, violentati, brutalizzati. Il tutto ricoperto da una glassa demagogica da far rabbrividire anche il più agguerrito dei seguaci di Demostene, il capostipite di quest’arte retorica. Ora, è vero che molta parte delle storie raccontate da Gramellini sono pienamente condivisibili, e di questo gli siamo grati, detto senza ironia. Ma rimane, ahimè, la parte sottratta all’enfasi di quella sinistra retrograda e conservatrice di cui faremmo volentieri a meno. E’ proprio in questa matrice culturale che sono stati allevati e cresciuti i cosiddetti “grillini”, il mito del “buon selvaggio” applicato ad ogni  straniero che approda in Italia (dimenticando il fondamentalismo islamico, il terrorismo dei kamikaze e l’enorme disprezzo che questi buoni selvaggi nutrono nei confronti dell’occidente civilizzato), il mito della “democrazia diretta”, senza intermediari, vissuta e praticata solo attraverso la rete di internet, dimenticando che l’analfabetismo informatico ha percentuali elevate in Italia, e gli anziani che non sanno neppure cos’è un computer o a cosa serve internet, sono alcuni esempi di questa impronta ideologica. Il brodo culturale di Gramellini è lo stesso nel quale hanno allignato per anni i grillini.  Il pressapochismo culturale, la faciloneria dell’analisi politica, una cultura superficiale che non ha mai approfondito i temi etici e filosofici, l’eloquio costituito solo di slogan, frasi fatte, luoghi comuni. La banalità imperante, in Gramellini come nel movimento 5 stelle, è figlia di un sistema universitario andato alla deriva, che non forma più culturalmente i giovani, ma fornisce loro semplici nozioni sminuzzate che si dimenticano al primo soffiare di brezza. Facciamo due esempi: il discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei deputati di Laura Boldrini, estremista di SEL di Vendola, la paladina dell’immigrato: i suoi voli pindarici, la suo prosa alata degna di un discorso del neo eletto Papa Francesco. Il suo restare accanto agli ultimi, francamente, ha stancato tutti quanti. Abbiamo problemi urgenti qui, a casa nostra: prima pensiamo ad uscire dall’emergenza che, in seguito a questo voto elettorale sciagurato, si è prodotta, poi penseremo anche ai poveri immigrati. Non passa giorno che una azienda, grande o piccola, non abbassi la serranda, il plotone di disoccupati si accresce di minuto in minuto, la cassa integrazione, soprattutto quella in deroga, sta per terminare, si parla di marzo, aprile al massimo, occorrono risorse aggiuntive ora, subito. La recessione comincia a sfiorare il -2% de PIL e la Presidente della Camera pronuncia un discorso bolso e grondante di buoni sentimenti sugli “ultimi della terra”. I quali ultimi meritano tutto il nostro rispetto e il nostro aiuto, ma qui sta bruciando la casa, cara onorevole Boldrini, adesso dobbiamo pensare a trarre in salvo i nostri concittadini, altrimenti sarà difficile aiutare coloro che bussano alla nostra porta. Se l’eurozona fallisce, se l’euro va in break up, l’Africa, ancor prima di noi, subirà un contraccolpo mortale. Sgomberiamo il campo da questa inutile demagogia. La seconda notizia che sottolineava Gramellini riguardava i nostri  due fucilieri della marina, Latorre e Girone. Il giornalista osservava che ci dobbiamo vergognare di aver mancato alla parola data. Tutto vero, peccato che Latorre e Girone siano ostaggio degli indiani ormai da un anno intero, e in questo lasso di tempo l’India, una nazione complessa con una fragile democrazia ed una burocrazia spaventosa, non solo non li ha ancora giudicati, ma tra un rinvio e l’altro, non ha ancora capito quale tribunale sia quello competente. Andando avanti di questo passo i due marò sarebbero rimasti in India altri due o tre anni, mentre le varie istituzioni di quel paese avrebbero tranquillamente continuato a farli rimbalzare da un tribunale all’anno. Sono due soldati italiani, che hanno agito in acque internazionali, è ovvio per chiunque che non devono essere giudicati in India, ma da un arbitrato internazionale. Se li avessimo lasciati in India, prima del primo grado di giudizio sarebbe trascorso un altro anno, per il secondo ci sarebbe voluto chissà quanto altro tempo. Questo aspetto lo ha considerato il super garantista Massimo Gramellini? Per una volta che, grazie al Ministro Terzi, l’Italia solleva il capo e fa sentire le sua voce, ce ne lagniamo, diciamo che siamo inaffidabili, che la nostra parola non conta nulla. Come siamo bravi a giocare al massacro in nome dei sani principi del moralismo di sinistra. Vorrei dire a Gramellini, infine, di spegnere il suo ardore a favore del "5 stelle" e di destinarlo a miglior causa. Il solo fatto che in nessun dibattito televisivo si sia mai presentato un loro esponente la dice lunga sul loro concetto di democrazia. Utilizzano gli strumenti democratici per conquistare il potere. Lo hanno dichiarato apertamente: vorrebbero il 51% dei voti. Usano le istituzioni democratiche per instaurare una sorta di democrazia diretta, sul modello dei soviet creati dai bolscevichi in Russia. Da qui alla dittatura del proletariato il passo è breve. Loro sono il popolo, lo incarnano e impersonificano, possono e devono quindi governarlo. Peccato che l’esperienza sovietica si sia tradotta nella generazione di una “nomenclatura” che ha instaurato un regime totalitario . In ogni dibattito televisivo si parla sul nulla, perché manca regolarmente un loro esponente. Ma la democrazia è fatta anche di queste cose: non si rifiuta il confronto rifugiandosi nella torre d’avorio della rete internet.  E quelli che non hanno un computer? E gli anziani che non sanno neppure cosa sia internet? Vogliamo lasciarli fuori dalla “democrazia diretta della rete”?  In realtà non vogliono contraddittorio perché non sanno cosa rispondere, e affidano la loro linea di pensiero a lunghe e noiose sbrodolature rilasciate su internet, che nessuno ha voglia di leggere. Fazio è un ipocrita qualunquista, Gramellini un demagogo populista. Preferisco Scilipoti agli adepti della setta del movimento 5 stelle, che non fanno un passo senza il consenso del capo assoluto, oggetto di culto della personalità (un altro tratto bolscevico). I dilettanti, soprattutto nelle emergenze economico finanziarie, sono pericolosissimi: possono produrre danni incalcolabili. Siamo in Europa e ci dobbiamo restare se non vogliamo finire peggio della Grecia. Confidiamo in un commissariamento della troika, perché noi italiani non siamo in grado di autodeterminarci da soli. Un ultimo dato, di cui non hanno parlato né la Boldrini, né, tanto meno, il garrulo Gramellini: L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto in un comunicato che la speranza di vita nei paesi mediterranei, Italia compresa si è bruscamente arrestata e ha cominciato una lenta marcia indietro. Per gli uomini è tornata a 77 anni circa, per la donne arretra di un paio d’anni, a circa 80 anni (anche per l’accresciuto consumo di alcol e fumo di sigaretta). In Grecia l’aspettativa di vita è addirittura precipitata. L’OMS indica come unica causa le restrizioni al welfare, lo stato sociale. Per questo e mille altri motivi è meglio cercare di sanare il più possibile le ferite di casa nostra prima di pensare alla condizione degli immigrati che premono alle nostre porte.