Massimo Gramellini, vicedirettore
della “Stampa” e ospite fisso di “che tempo che fa”, ci sciorina ogni settimana
le sei “chicche” più gustose dela settimana e ci propina un breve commento, in genere gonfio della
retorica dei “buoni sentimenti”, tanto cara a certa sinistra. Non ci risparmia
nulla del repertorio fatto di emarginati, derelitti, reietti, poveri immigrati
sbarcati in Italia in cerca di sopravvivenza, vittime di soprusi, carnefici
impietosi e crudeli, politicanti corrotti e voraci, povertà, fame e miseria del
terzo mondo, morti ammazzati, depredati, violentati, brutalizzati. Il tutto
ricoperto da una glassa demagogica da far rabbrividire anche il più agguerrito
dei seguaci di Demostene, il capostipite di quest’arte retorica. Ora, è vero
che molta parte delle storie raccontate da Gramellini sono pienamente
condivisibili, e di questo gli siamo grati, detto senza ironia. Ma rimane,
ahimè, la parte sottratta all’enfasi di quella sinistra retrograda e
conservatrice di cui faremmo volentieri a meno. E’ proprio in questa matrice
culturale che sono stati allevati e cresciuti i cosiddetti “grillini”, il mito
del “buon selvaggio” applicato ad ogni
straniero che approda in Italia (dimenticando il fondamentalismo islamico,
il terrorismo dei kamikaze e l’enorme disprezzo che questi buoni selvaggi
nutrono nei confronti dell’occidente civilizzato), il mito della “democrazia
diretta”, senza intermediari, vissuta e praticata solo attraverso la rete di
internet, dimenticando che l’analfabetismo informatico ha percentuali elevate
in Italia, e gli anziani che non sanno neppure cos’è un computer o a cosa serve
internet, sono alcuni esempi di questa impronta ideologica. Il brodo culturale
di Gramellini è lo stesso nel quale hanno allignato per anni i grillini. Il pressapochismo culturale, la faciloneria
dell’analisi politica, una cultura superficiale che non ha mai approfondito i
temi etici e filosofici, l’eloquio costituito solo di slogan, frasi fatte,
luoghi comuni. La banalità imperante, in Gramellini come nel movimento 5
stelle, è figlia di un sistema universitario andato alla deriva, che non forma
più culturalmente i giovani, ma fornisce loro semplici nozioni sminuzzate che
si dimenticano al primo soffiare di brezza. Facciamo due esempi: il discorso di
insediamento alla Presidenza della Camera dei deputati di Laura Boldrini,
estremista di SEL di Vendola, la paladina dell’immigrato: i suoi voli
pindarici, la suo prosa alata degna di un discorso del neo eletto Papa Francesco.
Il suo restare accanto agli ultimi, francamente, ha stancato tutti quanti.
Abbiamo problemi urgenti qui, a casa nostra: prima pensiamo ad uscire dall’emergenza
che, in seguito a questo voto elettorale sciagurato, si è prodotta, poi
penseremo anche ai poveri immigrati. Non passa giorno che una azienda, grande o
piccola, non abbassi la serranda, il plotone di disoccupati si accresce di
minuto in minuto, la cassa integrazione, soprattutto quella in deroga, sta per
terminare, si parla di marzo, aprile al massimo, occorrono risorse aggiuntive
ora, subito. La recessione comincia a sfiorare il -2% de PIL e la Presidente
della Camera pronuncia un discorso bolso e grondante di buoni sentimenti sugli
“ultimi della terra”. I quali ultimi meritano tutto il nostro rispetto e il
nostro aiuto, ma qui sta bruciando la casa, cara onorevole Boldrini, adesso
dobbiamo pensare a trarre in salvo i nostri concittadini, altrimenti sarà
difficile aiutare coloro che bussano alla nostra porta. Se l’eurozona fallisce,
se l’euro va in break up, l’Africa, ancor prima di noi, subirà un contraccolpo
mortale. Sgomberiamo il campo da questa inutile demagogia. La seconda notizia
che sottolineava Gramellini riguardava i nostri
due fucilieri della marina, Latorre e Girone. Il giornalista osservava
che ci dobbiamo vergognare di aver mancato alla parola data. Tutto vero,
peccato che Latorre e Girone siano ostaggio degli indiani ormai da un anno
intero, e in questo lasso di tempo l’India, una nazione complessa con una
fragile democrazia ed una burocrazia spaventosa, non solo non li ha ancora
giudicati, ma tra un rinvio e l’altro, non ha ancora capito quale tribunale sia
quello competente. Andando avanti di questo passo i due marò sarebbero rimasti
in India altri due o tre anni, mentre le varie istituzioni di quel paese
avrebbero tranquillamente continuato a farli rimbalzare da un tribunale
all’anno. Sono due soldati italiani, che hanno agito in acque internazionali, è
ovvio per chiunque che non devono essere giudicati in India, ma da un arbitrato
internazionale. Se li avessimo lasciati in India, prima del primo grado di
giudizio sarebbe trascorso un altro anno, per il secondo ci sarebbe voluto chissà quanto altro tempo. Questo aspetto lo ha considerato il super garantista Massimo
Gramellini? Per una volta che, grazie al Ministro Terzi, l’Italia solleva il
capo e fa sentire le sua voce, ce ne lagniamo, diciamo che siamo inaffidabili,
che la nostra parola non conta nulla. Come siamo bravi a giocare al massacro in
nome dei sani principi del moralismo di sinistra. Vorrei dire a Gramellini,
infine, di spegnere il suo ardore a favore del "5 stelle" e di destinarlo a
miglior causa. Il solo fatto che in nessun dibattito televisivo si sia mai
presentato un loro esponente la dice lunga sul loro concetto di democrazia.
Utilizzano gli strumenti democratici per conquistare il potere. Lo hanno
dichiarato apertamente: vorrebbero il 51% dei voti. Usano le istituzioni
democratiche per instaurare una sorta di democrazia diretta, sul modello dei soviet
creati dai bolscevichi in Russia. Da qui alla dittatura del proletariato il
passo è breve. Loro sono il popolo, lo incarnano e impersonificano, possono e
devono quindi governarlo. Peccato che l’esperienza sovietica si sia tradotta
nella generazione di una “nomenclatura” che ha instaurato un regime totalitario
. In ogni dibattito televisivo si parla sul nulla, perché manca regolarmente un
loro esponente. Ma la democrazia è fatta anche di queste cose: non si rifiuta
il confronto rifugiandosi nella torre d’avorio della rete internet. E quelli che non hanno un computer? E gli
anziani che non sanno neppure cosa sia internet? Vogliamo lasciarli fuori dalla
“democrazia diretta della rete”? In
realtà non vogliono contraddittorio perché non sanno cosa rispondere, e
affidano la loro linea di pensiero a lunghe e noiose sbrodolature rilasciate su
internet, che nessuno ha voglia di leggere. Fazio è un ipocrita qualunquista,
Gramellini un demagogo populista. Preferisco Scilipoti agli adepti della setta
del movimento 5 stelle, che non fanno un passo senza il consenso del capo
assoluto, oggetto di culto della personalità (un altro tratto bolscevico). I
dilettanti, soprattutto nelle emergenze economico finanziarie, sono
pericolosissimi: possono produrre danni incalcolabili. Siamo in Europa e ci
dobbiamo restare se non vogliamo finire peggio della Grecia. Confidiamo in un
commissariamento della troika, perché noi italiani non siamo in grado di
autodeterminarci da soli. Un ultimo dato, di cui non hanno parlato né la Boldrini,
né, tanto meno, il garrulo Gramellini: L’Organizzazione Mondiale della Sanità
ha reso noto in un comunicato che la speranza di vita nei paesi mediterranei,
Italia compresa si è bruscamente arrestata e ha cominciato una lenta marcia
indietro. Per gli uomini è tornata a 77 anni circa, per la donne arretra di un
paio d’anni, a circa 80 anni (anche per l’accresciuto consumo di alcol e fumo
di sigaretta). In Grecia l’aspettativa di vita è addirittura precipitata. L’OMS
indica come unica causa le restrizioni al welfare, lo stato sociale. Per questo
e mille altri motivi è meglio cercare di sanare il più possibile le ferite di
casa nostra prima di pensare alla condizione degli immigrati che premono alle
nostre porte.