Ancora una volta, l’ultima,
probabilmente, il Cavaliere ha deciso d guidare l’Italia verso il suicidio
politico ed economico. Dopo settimane di tentennamenti, sembra che oggi abbia
sciolto la riserva: “Scendo di nuovo in campo”, sarebbe la sesta volta, si vede
che vuole mettere insieme un ventennio esatto, come colui che lo precedette nel
condurre l’Italia allo sfacelo. C’è qualcosa di misterioso in quest’uomo, qualcosa
che sfuggirebbe anche al più esperto degli psicoanalisti: il mito della insostituibilità,
dell’uomo della Provvidenza chiamato ad un compito arduo: la salvezza della
patria. Ma c’è anche il delirio paranoide della persecuzione da parte della
Magistratura, c’è qualche devianza dal punto di vista della vita sessuale,
insomma il quadro è molto complesso. Il problema è che non possiamo affidare le
sorti di un paese ad un uomo mentalmente disturbato. Non vincerà le prossime
elezioni, certo, in qualunque tempo si tengano, ma oggi, con le sue
dichiarazioni e gli ordini impartiti ai suoi colonnelli, lo spread si è
impennato, la Borsa
è crollata. La prospettiva di una crisi di governo e di elezioni anticipate con
questo sistema elettorale non farà un’ottima impressione ai mercati, agli
osservatori e agli investitori. La sua ridiscesa in campo, con lo zoccolo duro
di una parte del paese che continuerebbe, nonostante tutto, a dargli fiducia,
prospetterebbe un assetto politico estremamente confuso e frammentato. Il caos
politico non piace né ai mercati né agli investitori. Berlusconi ha lasciato un
paese con uno spread intorno ai 570 punti, sull’orlo della bancarotta. La sola possibilità
di una sua partecipazione alla competizione elettorale farà tornare lo spread
in zona 400 punti, e Piazza Affari collezionerebbe un crollo dopo l’altro, pioverebbero
le vendite sui bancari, già in crisi di liquidità, insomma, si aprirebbe uno
scenario del tutto simile a quello greco. Sul tempismo poi, c’è da osservare
che il governo aveva in agenda il provvedimento ch avrebbe impedito la
candidabilità per i condannati in via definitiva, e, guarda caso, dopo il processo
Mondadori, Berlusconi ha sulla schiena una condanna definitiva. La crisi di
governo che il cavaliere vuole provocare proprio adesso, evidentemente, è
motivata dal precludere al Parlamento la
possibilità di votare questa legge “liberticida”, che gli impedirebbe di candidarsi. Ma lui, alle leggi ad personam
ci deve essere abituato. Ora, quello che ci domandiamo noi che abbiamo
conservato un minimo di lucidità e quello che si chiedono tutti gli osservatori
stranieri è: come è possibile che dopo 18 anni di Berlusconi non abbiate ancora
capito che siete diventati lo zimbello del mondo, e continuate a non impedirgli
di portare il vostro paese alla rovina? E’ una domanda cui non è facile
rispondere. Non siamo mai stati grandi ammiratori di Monti, ma simpatie o
antipatie a parte, appare ovvi a chiunque che se l’Italia ha una minima possibilità
di tirare su il capo dal pantano della crisi può averla con Monti piuttosto che
con Berlusconi, che vuole uscire dall’euro perché di finanza non capisce assolutamente
nulla. Va bene, vuole ridiscendere in campo, faccia pure. Quando la produzione
industriale si fermerà, il PIL arriverà ad un -10%, la deflazione ci
flagellerà, allora capiremo che cosa significa in economia una depressione. Ma
allora sarà tardi per qualsiasi tentativo di rianimazione. I consumi si bloccheranno,
i disoccupati arriveranno a percentuali da capogiro, si comincerà a tagliare le
pensioni e gli stipendi degli statali, anzi, non si manderà in pensione più
nessuno, sperando in un sereno trapasso sul posto di lavoro. Che cosa deve
accadere perché quest’uomo non condizioni più così pesantemente la vita del
nostro paese? Possibilie che non sia percorribile la via di una congiura dei
Pretoriani, come per i Cesari dell’antica Roma? Possibile che gli uomini e le
donne del PDL siano così ancorati ai loro privilegi elle loro rendite di posizione
da condurre il paese nel baratro greco? Berlusconi ha 75 anni e ha già dato prova
di non essere una grande statista. Ora è venuto il momento di cambiare. Ma una
destra normale, europeista, non guidata da una sola persona con dei trascorsi
penali da far paura, non riesce ricomporsi, non riesce a trovare il collante
giusto. Finchè Berlusconi è in vita, tiene in scacco una nazione intera. E’
triste, ma è così. Deve accadere qualcosa di enorme di tremendo, qualcosa di
simile a quello che sta accadendo in Egitto, per far capire agli sgherri di Berlusconi
che devono farsi da parte e affidare il governo del paese ad una persona sana
di mente. Il Montecristo di cui parla il titolo non è il conte letterario,
quello ch torna “ricco e spietato”, no, si tratta semplicemente dell’isolotto
toscano di Montecristo, degno luogo d’esilio per un Napoleone piccolo piccolo che
non merita certo l’isola d’Elba. E’ un isolotto, d’accordo, non ha molte
comodità, ma sarebbe un luogo d’esilio perfetto per un uomo che continua ad
incarnare la maledizione del default che questo paese porta cucita addosso.