Il quesito del titolo è piuttosto intuitivo: quanto
hanno prese Fini e Casini in tutta la loro pluridecennale carriera
parlamentare? E non solo Fini e Casini, ma anche Pisanu, D’Alema e gli
altri? Beh, la risposta ce la dà l’IDV con uno studio che divulga esattamente
la ricchezza di questi signori, non tanto per patrimonio, quanto in denaro
percepito durante tutti i loro mandati parlamentari.
A leggere i dati, c’è da rimanere stupiti e
rammaricati. Perché è chiaro che ormai alla luce di questa condannabile realtà,
diventa improrogabile l’esigenza di chiudere ai mandati parlamentari a tempo
indeterminato e fissare un paletto temporale oltre il quale non è più
possibile accedere al parlamento.
Diversamente la politica si trasforma – e si è
effettivamente trasformata – in un buisiness, spesso – troppo spesso – fatto a
discapito dell’interesse reale dei cittadini. Del resto, è noto a tutti che
fare il politico – almeno qui in Italia – è un vero e proprio mestiere,
una professione che appaga economicamente e professionalmente,
indipendentemente dal valore del politico e dalla sua capacità e volontà di
rendere un servizio pubblico al cittadino. Anzi, oggi come oggi, gli interessi
del politico troppo spesso si sono trovati in palese conflitto con quelli del
cittadino (vedasi finanziamento pubblico ai partiti, pensioni e vitalizi vari).
Eppure un tempo, dirsi “Onorevole” aveva un suo
preciso significato: voleva dire mettersi al servizio del popolo a gratis,
senza pretesa economica, senza stipendio, emolumento. Oggi invece, il
titolo non solo ha perso completamente il suo significato nobile originario, ma
addirittura è stato stravolto! Nella fantasia popolare, nella convinzione della
gente, questa parola oggigiorno è foriera di giudizi poco lusinghieri per chi
la può “vantare” come titolo.
Tornando però alla nostra classifica, ecco un po’ cosa
spunta:
- Pierferdinando Casini. In parlamento sta in Parlamento da 29 anni e 32 giorni, e ha incassato qualcosa come 4,18 milioni. Non male, vero?
- Gianfranco Fini. Stessa cosa può dirsi di Gianfranco Fini. Anche lui è in Parlamento dal 1983, e la sua quota è all’incirca 4 milioni di euro.
- Beppe Pisanu. L’attuale presidente della Commissione Antimafia sta in Parlamento da 38 anni (una vita), e ha incassato la bellezza di 5,5 milioni di euro.
- Massimo D’Alema. 23 anni e 125 giorni di anzianità e un guadagno di 3,36 milioni.
- Umberto Bossi. 21 anni di presenza in Parlamento e 3,7 milioni di euro.
- Silvio Berlusconi. 18 anni di permanenza in Parlamento con 2,67 milioni di euro.
- Tiziano Treu. 16 anni in Parlamento con 2,34 milioni di euro.
- Renato Schifani. Alla stessa cifra di Tiziano Treu con 16 anni di vita parlamentare.
Ora, ammesso che una parte di questo denaro vada (e
sia andato) a finire nelle casse dei rispettivi partiti, lo scempio economico
rimane comunque, perché il 90% di esso ben poteva essere investito per
potenziare i servizi resi ai cittadini, anche perché i partiti di loro già
incassano miliardi di euro (precisamente in 11 anni di competizioni elettorali 2
miliardi di euro), nonostante i vari (e falsi) tentativi di tagliare
l’ingiustificata e ingiustificabile emorragia di soldi pubblici a loro
esclusivo favore.
Al di là della collocazione ideologica di ognuno di
noi, è chiaro che non è più accettabile che ci siano in Parlamento i
carrieristi della politica. Gente che sta sulla poltrona per decenni e che
impedisce di fatto il cambio generazionale e una politica più dinamica e capace
di adattarsi ai tempi moderni. Ecco perché sono dell’idea che il mandato a
tempo sia l’unico in grado di restituire alla politica il suo vero significato:
il significato di servizio al cittadino. Quel significato che oggi nessun
politico conosce e ha mai conosciuto!
Fonte: Libero