giovedì 20 settembre 2012

MA IL COMICO NON ERA GRILLO?



E’ il momento di Susanna Camusso, il segretario generale della Cgil, che negli ultimi tempi era stata un po’ accantonata dai media, e non stava vivendo un periodo di grande fulgore, è tornata alla ribalta dopo che Fiat ha annunciato la propria impossibilità a rispettare il piano “Fabbrica Italia”, così come era stato pensato due anni fa.
 
Naturalmente la “Pasionaria” non si è lasciata sfuggire l’occasione di dire “noi l’avevamo detto”, accusando poi Marchionne di tutte le possibili nefandezze  del genere umano.
 
D’accordo questo rientra nel gioco delle parti, e risulta tutto fuorché una sorpresa, aveva l’occasione di tornare sulle prime pagine dei giornali e lo ha fatto, niente di male.
 
A tal proposito, però, curioso è il fatto che fra le varie cose di cui Marchionne si sarebbe macchiato ci sarebbe anche quella di “non aver una relazione” (uso le parole precise) con il nostro Paese, prova ne sia che comunica attraverso interviste a grandi quotidiani (tra l’altro di sinistra nda), ma, a parte il fatto che non si riesce a capire cosa dovrebbe fare Marchionne per comunicare, usare il megafono forse? La cosa singolare è che la Camusso lancia queste critiche dai microfoni della più nota trasmissione radiofonica della Rai e contemporaneamente rilascia lunghe interviste a varie testate (privilegiando naturalmente l’Unità).
 
Criticare una persona perché rilascia interviste ai giornali e farlo dalle pagine di un quotidiano è perlomeno singolare.  
 
Ma non era questa piccola incongruenza che mi ha divertito, bensì quando la Camusso è passata da una “scontata” indignazione ad una proposta concreta, beh, in quel momento la cosa si è fatta esilarante.
 
Cosa ha proposto infatti il Segretario della Cgil al Premier Monti per “punire” l’ingrato Marchionne?
 
Riportiamo letteralmente “sarebbe opportuno, da parte del Governo, pianificare un progetto che sia in grado di portare un nuovo costruttore di auto in Italia”.
 
Come si riesce a rimaner seri dopo una battuta del genere?
 
Ma c’è una fila interminabile di costruttori di auto che vogliono in tutti i modi venire in Italia per produrre le loro autovetture, questo lo sanno tutti.
 
Le più note case automobilistiche americane, giapponesi, tedesche, francesi, coreane ed ultimamente anche quelle cinesi e indiane sono anni che premono per venire a produrre in Italia, il posto ideale per fare impresa: tasse bassissime, energia a buon mercato, conflittualità sindacale al minimo, insomma il paradiso per chi vuole investire.
 
Anzi è ormai noto a tutti che tutte queste case automobilistiche hanno già fatto accuratissime indagini per trovare le migliori locazioni in cui ubicare questi nuovi stabilimenti e sono stati scelti due luoghi considerati da tutti ideali per produrre automobili: Termini Imerese e Pomigliano D’Arco!
 
Ma tutte queste aziende hanno posto una condizione essenziale senza la quale non se ne fa nulla, e cioè che tutto il personale, operai e impiegati debba essere obbligatoriamente iscritto alla Fiom.
 
So, che l’ironia, in questi casi è facile, e potrebbe anche sembrare fuori luogo in un momento di forte crisi economica come quello che stiamo vivendo, ma in certi casi, di fronte a certe esternazioni, si può rispondere solo in questo modo.
 
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro