Roma (ANSA). Questa mattina, intorno alle ore 9,30, durante una
intervista rilasciata tra gli altri al Daily Telegraph, il Presidente della
Bundesbank Jens Weidmann, mentre stava rispondendo ad una delle domande, ha
starnutito per tre volte consecutive. Immediatamente, nella sala stampa, si è
diffuso un sentimento di sorpresa e sgomento. Secondo una diffusa credenza
popolare, originaria, sembra, della Renania Westfalia, uno starnuto ripetuto
per tre volte, è foriero di disgrazie per almeno tre anni. Un po’ come lo
specchio infranto o il sale versato in tavola per noi italiani. L’unico modo,
al pari di lanciare un pizzico di sale dietro le spalle, per stemperare la
funesta eventualità, non è, come si potrebbe facilmente credere, rispondere
alla serie di starnuti con un “salute!”, ma, viceversa, mandare a quel paese
l’autore degli stessi. Nella sala, come un sol uomo, si è levato il grido, da
parte di tutti gli astanti, “crepa!”, un grido liberatorio che ha ridato un po’
di calma a tutti i rappresentanti della stampa. Ciononostante, la notizia è
quasi subito trapelata e ripresa dalle maggiori agenzie di stampa di tutto il
mondo. Di lì a poco, si sono levati i primi commenti. Barack Obama, uno dei
primi a rilasciare un breve comunicato, ha parlato di “scarsa volontà da parte
dell’Europa di varare misure non depressive e volte alla crescita e allo
sviluppo. “I tre starnuti di Weidmann sono un chiaro segno della debolezza dei
propositi dei tedeschi di voler
veramente fare qualcosa per uscire dalla crisi”. Mario Monti, uno dei primi
intervistati, ha cercato di minimizzare: “Non credo nella volontarietà del
gesto di Weidmann, Angela Merkel mi ha recentemente rassicurato sullo scudo
antispread. Penso che nel sistema di condizionamento della sala possa essersi
introdotta qualche spora o polline che ha provocato il doloroso incidente”.
L’on. Di Pietro ha parlato apertamente di “provocazione da parte della banda di
crucchi che domina l’Europa, e di atteggiamento arrogante da parte di Weidmann,
che vorrebbe, di fatto, sostituire Mario Draghi alla guida della BCE. Sulla
scia di queste dichiarazioni, Beppe Grillo ha invitato, senza mezzi termini, l’Italia
ad uscire dal’Euro, “se agli starnuti fosse seguito anche un colpo di tosse,
sarebbe stata la fine per l’Euro”, ha aggiunto. In ordine sparso gli
economisti. Se Roubini legge nella serie di starnuti di Weidmann “la sicura esplosione dell’E uro nell’arco di
24 – 48 ore”, più cauto appare Krugman :“Weidmann ha voluto lanciare,
attraverso i suoi turbinati, un chiaro segnale di ulteriore cautela e fermezza:
viene, in sostanza, ribadito il no della Germania all’emissione di eurobond e
alla condivisione del debito, forse si configura una accelerazione dell’espulsione
della Grecia dall’eurozona”. Una delle poche voci fuori dal coro è proprio
quella di Angela Merkel, che si è detta addirittura “felice della serie di
starnuti di Weidmann, che avrebbe potuto “essere più nutrita se il Presidente
della Bundesbank non si fosse immediatamente soffiato il naso”. “Consiglio
Weidmann”, ha dichiarato, “per il futuro, a non trattenere più le sue
manifestazioni raffredoriali, ma anzi ad incrementarle, esponendosi volutamente
a correnti d’aria, o facendo delle solenni sudate ponendosi immediatamente dopo
sotto un getto d’aria fredda di un condizionatore. Mi risulta peraltro che Jens
abbia ancora le adenoidi, lo considero un segno del destino” ha poi aggiunto la
Cancelliera tedesca. Purtroppo, nonostante le rassicurazioni pervenute dal
presidente dell’eurogruppo Junkers “Gli starnuti di Weidmann non sposteranno di
una virgola la nostra politica” e dal ministro dell’economia tedesco Schaeuble
“E’ un segnale che ci riserviamo di valutare con calma il prossimo 19 ottobre,
ma penso che si possa, tutto sommato, non essere troppo pessimisti.”, si è
diffuso quasi immediatamente il panic selling nelle principali borse europee. Appena
giunta la notizia le Borse hanno subito perdite di parecchi milioni di euro,
andati in fumo in seguito alla serie di starnuti. Milano, maglia nera, ha
chiuso la seduta lasciando sul parterre il 2, 45%, Parigi il 2,12, Francoforte
l’1, 67%, Madrid il 2, 06%. Sono piovute le vendite sui bancari: Intesa Sanpaolo
ha perduto il 3,67, Unicredit il 2,58. Weidmann si è detto, al termine
dell’intervista, dispiaciuto per l’accaduto, promettendo di curare con maggiore
attenzione le proprie manifestazioni flogistiche nasali, e, in ogni caso, molto
sportivamente, ha dichiarato di aver augurato “crepa” anche a se stesso, in modo
da cercar di scongiurare i tre anni di disgrazie non solo alla Germania ma
all’intera eurozona. “Ho preferito sacrificare il mio destino”, ha aggiunto
eroicamente, “piuttosto che coinvolgere le sorti delle popolazioni europee”.
Ovviamente non è vero. Ma potrebbe esserlo. Siamo arrivati ad un punto tale di volatilità di borse e mercati, che un terremoto nel deserto del Gobi in Mongolia potrebbe causare il crollo di qualche titolo bancario. Nel mondo globale la dittatura della finanza senza regole ha partorito la distruzione della ragione. Lo spread, di per se stesso, non comporta nulla di particolare, è solo un indicatore finanziario, ma nella globalizzazione finanziaria può portare una nazione intera al default. E' grottesco, ma è così. Se non fosse che ci siamo dentro fino al collo, questa stupida commedia non ci farebbe neppure sorridere.
Ovviamente non è vero. Ma potrebbe esserlo. Siamo arrivati ad un punto tale di volatilità di borse e mercati, che un terremoto nel deserto del Gobi in Mongolia potrebbe causare il crollo di qualche titolo bancario. Nel mondo globale la dittatura della finanza senza regole ha partorito la distruzione della ragione. Lo spread, di per se stesso, non comporta nulla di particolare, è solo un indicatore finanziario, ma nella globalizzazione finanziaria può portare una nazione intera al default. E' grottesco, ma è così. Se non fosse che ci siamo dentro fino al collo, questa stupida commedia non ci farebbe neppure sorridere.