domenica 26 agosto 2012

PANICO IN BORSA: IL PRESIDENTE DELLA BUNDESBANK HA STARNUTITO TRE VOLTE

Roma (ANSA). Questa mattina, intorno alle ore 9,30, durante una intervista rilasciata tra gli altri al Daily Telegraph, il Presidente della Bundesbank Jens Weidmann, mentre stava rispondendo ad una delle domande, ha starnutito per tre volte consecutive. Immediatamente, nella sala stampa, si è diffuso un sentimento di sorpresa e sgomento. Secondo una diffusa credenza popolare, originaria, sembra, della Renania Westfalia, uno starnuto ripetuto per tre volte, è foriero di disgrazie per almeno tre anni. Un po’ come lo specchio infranto o il sale versato in tavola per noi italiani. L’unico modo, al pari di lanciare un pizzico di sale dietro le spalle, per stemperare la funesta eventualità, non è, come si potrebbe facilmente credere, rispondere alla serie di starnuti con un “salute!”, ma, viceversa, mandare a quel paese l’autore degli stessi. Nella sala, come un sol uomo, si è levato il grido, da parte di tutti gli astanti, “crepa!”, un grido liberatorio che ha ridato un po’ di calma a tutti i rappresentanti della stampa. Ciononostante, la notizia è quasi subito trapelata e ripresa dalle maggiori agenzie di stampa di tutto il mondo. Di lì a poco, si sono levati i primi commenti. Barack Obama, uno dei primi a rilasciare un breve comunicato, ha parlato di “scarsa volontà da parte dell’Europa di varare misure non depressive e volte alla crescita e allo sviluppo. “I tre starnuti di Weidmann sono un chiaro segno della debolezza dei propositi dei  tedeschi di voler veramente fare qualcosa per uscire dalla crisi”. Mario Monti, uno dei primi intervistati, ha cercato di minimizzare: “Non credo nella volontarietà del gesto di Weidmann, Angela Merkel mi ha recentemente rassicurato sullo scudo antispread. Penso che nel sistema di condizionamento della sala possa essersi introdotta qualche spora o polline che ha provocato il doloroso incidente”. L’on. Di Pietro ha parlato apertamente di “provocazione da parte della banda di crucchi che domina l’Europa, e di atteggiamento arrogante da parte di Weidmann, che vorrebbe, di fatto, sostituire Mario Draghi alla guida della BCE. Sulla scia di queste dichiarazioni, Beppe Grillo ha invitato, senza mezzi termini, l’Italia ad uscire dal’Euro, “se agli starnuti fosse seguito anche un colpo di tosse, sarebbe stata la fine per l’Euro”, ha aggiunto. In ordine sparso gli economisti. Se Roubini legge nella serie di starnuti di Weidmann  “la sicura esplosione dell’E uro nell’arco di 24 – 48 ore”, più cauto appare Krugman :“Weidmann ha voluto lanciare, attraverso i suoi turbinati, un chiaro segnale di ulteriore cautela e fermezza: viene, in sostanza, ribadito il no della Germania all’emissione di eurobond e alla condivisione del debito, forse si configura una accelerazione dell’espulsione della Grecia dall’eurozona”. Una delle poche voci fuori dal coro è proprio quella di Angela Merkel, che si è detta addirittura “felice della serie di starnuti di Weidmann, che avrebbe potuto “essere più nutrita se il Presidente della Bundesbank non si fosse immediatamente soffiato il naso”. “Consiglio Weidmann”, ha dichiarato, “per il futuro, a non trattenere più le sue manifestazioni raffredoriali, ma anzi ad incrementarle, esponendosi volutamente a correnti d’aria, o facendo delle solenni sudate ponendosi immediatamente dopo sotto un getto d’aria fredda di un condizionatore. Mi risulta peraltro che Jens abbia ancora le adenoidi, lo considero un segno del destino” ha poi aggiunto la Cancelliera tedesca. Purtroppo, nonostante le rassicurazioni pervenute dal presidente dell’eurogruppo Junkers “Gli starnuti di Weidmann non sposteranno di una virgola la nostra politica” e dal ministro dell’economia tedesco Schaeuble “E’ un segnale che ci riserviamo di valutare con calma il prossimo 19 ottobre, ma penso che si possa, tutto sommato, non essere troppo pessimisti.”, si è diffuso quasi immediatamente il panic selling nelle principali borse europee. Appena giunta la notizia le Borse hanno subito perdite di parecchi milioni di euro, andati in fumo in seguito alla serie di starnuti. Milano, maglia nera, ha chiuso la seduta lasciando sul parterre il 2, 45%, Parigi il 2,12, Francoforte l’1, 67%, Madrid il 2, 06%. Sono piovute le vendite sui bancari: Intesa Sanpaolo ha perduto il 3,67, Unicredit il 2,58. Weidmann si è detto, al termine dell’intervista, dispiaciuto per l’accaduto, promettendo di curare con maggiore attenzione le proprie manifestazioni flogistiche nasali, e, in ogni caso, molto sportivamente, ha dichiarato di aver augurato “crepa” anche a se stesso, in modo da cercar di scongiurare i tre anni di disgrazie non solo alla Germania ma all’intera eurozona. “Ho preferito sacrificare il mio destino”, ha aggiunto eroicamente, “piuttosto che coinvolgere le sorti delle popolazioni europee”. 




Ovviamente non è vero. Ma potrebbe esserlo. Siamo arrivati ad un punto tale di volatilità di borse e mercati, che un terremoto nel deserto del Gobi in Mongolia potrebbe causare il crollo di qualche titolo bancario. Nel mondo globale la dittatura della finanza senza regole ha partorito la distruzione della ragione. Lo spread, di per se stesso, non comporta nulla di particolare, è solo un indicatore finanziario, ma nella globalizzazione finanziaria può portare una nazione intera al default. E' grottesco, ma è così. Se non fosse che ci siamo dentro fino al collo, questa stupida commedia non ci farebbe neppure sorridere.