Che l’Italia fosse un paese
profondamente corrotto lo sapevamo da tempo. Solo le anime belle di certi
politicanti di casa nostra si stracciano le vesti giurando e spergiurando che
si tratta di un fenomeno marginale, che la stragrande maggioranza della Pubblica
Amministrazione e della politica è esente da fenomeni corruttivi. E’ vero
esattamente il contrario. Non esiste Ministero, ente locale, amministrazione
della Stato in cui non si verifichino passaggi di denaro, mazzette, tangenti,
raccomandazioni per sistemare figli, nipoti, amanti, dove corruzione e
concussione non la facciano da padroni. Non è una semplice opinione. I dati
OCSE parlano chiaro, e si tratta solo della corruzione stimata al ribasso, non
di quella reale: siamo al livello della Romania e della Bulgaria, negli ultimi
posti del continente europeo. Non è che nei virtuosi paesi del nord Europa non
esista il fenomeno corruttivo. Esiste, certo, ma con stile, con glamour, con il
senso della misura. Un politico che si trovi in Olanda al posto del Ministro
Lupi sarebbe fuori gioco da alcuni giorni, sparirebbe dalla circolazione. Nel
Nord Europa si ruba con classe, senza esagerare, con aplomb britannico. Qui da
noi, invece, si ruba a man bassa, ci si riempiono le tasche di bigliettoni, il
denaro viene trasportato da una valigia. La pubblica amministrazione è dominata
da una specie di “banda Bassotti” che specula su tutto, che si macchia dei
reati più disparati, correlati alla corruzione: concussione, falso in bilancio,
aggiotaggio, insider trading, false comunicazioni, truffa ai danni dello stato
e chi più ne ha più ne metta. E’ triste ammetterlo, ma siamo un paese di ladri.
Non c’è stata grande opera pubblica che non sia finita in mano della
criminalità organizzata, ogni grande evento ha trascinato con sé il pesante
fardello della corruzione che ne ha moltiplicato i costi, costi sostenuti dai
contribuenti, beninteso, i poveri cristi che non hanno la possibilità di rubare
e allora tirano la carretta e si smazzano tutti i giorni per arrivare a fine
mese. Ma non esiste solo la corruzione: esiste qualcosa di più e di meno grave
delle ruberie di stato. E’ la burocrazia, un Moloch spaventoso nelle cui spire
finisce regolarmente, per qualsiasi elementare atto, il povero cittadino
annichilito. La burocrazia italiana non ha eguali nel mondo intero, è una
piovra che tutto macina e mastica, che tutto travolge, che rende la vita
difficile se non impossibile al malcapitato contribuente. Facciamo un esempio:
mi arriva una contravvenzione con raccomandata A.R. per una sosta vietata che
non mi hanno potuto contestare al momento. Ovviamente quando il messo comunale
arriva al mio indirizzo (alle 10 della mattina, orario in cui notoriamente
tutti si trovano in casa) sono assente.
In questo caso mi lascia il solito rotolo di carta che mi obbliga a recarmi
presso la casa comunale per ritirare l’atto. Ma non basta: dopo essermi recato
all’ufficio centrale delle posta mi perviene un secondo avviso: si tratta, come
mi spiegheranno, della stessa raccomandata. Ma allora perchè inviare due avvisi
diversi? Pago la multa avvalendomi del servizio di internet banking, da casa
mia, utilizzando il solo computer. Ma non è sufficiente, la pubblica
amministrazione mi vuole vedere di persona, vuole che mi rechi in uno dei suoi
uffici, prendendo il numero come dal salumiere e facendo una bella coda, altra
passione dei burocrati di casa nostra. Devo dichiarare che il conducente in
questione ero io e non un ‘altra persona cui avevo incautamente prestato il
mezzo. Ora, è possibile che per una banalità di questo tipo io mi debba
fisicamente recare presso un ufficio pubblico, debba farmi una coda, e
compilare un modulo corredato dalla fotocopia della mia patente? Non sarebbe
più semplice dare per scontato che al volante mi ci trovavo io, e solo nel caso
in cui un’altra persona si fosse trovata al mio posto obbligare il cittadino a
fornire all’amministrazione le generalità di questa persona? E utilizzare la
posta elettronica o la PEC no? Nell’ufficio della polizia municipale quattro
persone sono impegnate in questa inutilissima attività. Rilasciano una ricevuta
con tanto di timbro (un altro grande feticcio della burocrazia, il sacro timbro
da apporre con un brivido di piacere su qualche modello), tanto per
giustificare il fatto di trovarsi, stipendiati dalla collettività, in quel
posto, a svolgere una pratica assolutamente inutile, anzi solo fonte di
seccature per i cittadini. Queste persone, in un qualsiasi altro paese dell’UE
semplicemente non ci sarebbero, si troverebbero a casa o svolgerebbero compiti
ben più importanti. Queste due malattie mortali, la corruzione e la burocrazia
finiranno con lo strangolare questo paese, che da molto tempo ha il destino
segnato di coloro che portano impresso in fronte il sigillo della propria
miserabile condizione.