martedì 17 marzo 2015

L'ITALIA E' UN TRISTE PAESE



Che l’Italia fosse un paese profondamente corrotto lo sapevamo da tempo. Solo le anime belle di certi politicanti di casa nostra si stracciano le vesti giurando e spergiurando che si tratta di un fenomeno marginale, che la stragrande maggioranza della Pubblica Amministrazione e della politica è esente da fenomeni corruttivi. E’ vero esattamente il contrario. Non esiste Ministero, ente locale, amministrazione della Stato in cui non si verifichino passaggi di denaro, mazzette, tangenti, raccomandazioni per sistemare figli, nipoti, amanti, dove corruzione e concussione non la facciano da padroni. Non è una semplice opinione. I dati OCSE parlano chiaro, e si tratta solo della corruzione stimata al ribasso, non di quella reale: siamo al livello della Romania e della Bulgaria, negli ultimi posti del continente europeo. Non è che nei virtuosi paesi del nord Europa non esista il fenomeno corruttivo. Esiste, certo, ma con stile, con glamour, con il senso della misura. Un politico che si trovi in Olanda al posto del Ministro Lupi sarebbe fuori gioco da alcuni giorni, sparirebbe dalla circolazione. Nel Nord Europa si ruba con classe, senza esagerare, con aplomb britannico. Qui da noi, invece, si ruba a man bassa, ci si riempiono le tasche di bigliettoni, il denaro viene trasportato da una valigia. La pubblica amministrazione è dominata da una specie di “banda Bassotti” che specula su tutto, che si macchia dei reati più disparati, correlati alla corruzione: concussione, falso in bilancio, aggiotaggio, insider trading, false comunicazioni, truffa ai danni dello stato e chi più ne ha più ne metta. E’ triste ammetterlo, ma siamo un paese di ladri. Non c’è stata grande opera pubblica che non sia finita in mano della criminalità organizzata, ogni grande evento ha trascinato con sé il pesante fardello della corruzione che ne ha moltiplicato i costi, costi sostenuti dai contribuenti, beninteso, i poveri cristi che non hanno la possibilità di rubare e allora tirano la carretta e si smazzano tutti i giorni per arrivare a fine mese. Ma non esiste solo la corruzione: esiste qualcosa di più e di meno grave delle ruberie di stato. E’ la burocrazia, un Moloch spaventoso nelle cui spire finisce regolarmente, per qualsiasi elementare atto, il povero cittadino annichilito. La burocrazia italiana non ha eguali nel mondo intero, è una piovra che tutto macina e mastica, che tutto travolge, che rende la vita difficile se non impossibile al malcapitato contribuente. Facciamo un esempio: mi arriva una contravvenzione con raccomandata A.R. per una sosta vietata che non mi hanno potuto contestare al momento. Ovviamente quando il messo comunale arriva al mio indirizzo (alle 10 della mattina, orario in cui notoriamente tutti si trovano in casa)  sono assente. In questo caso mi lascia il solito rotolo di carta che mi obbliga a recarmi presso la casa comunale per ritirare l’atto. Ma non basta: dopo essermi recato all’ufficio centrale delle posta mi perviene un secondo avviso: si tratta, come mi spiegheranno, della stessa raccomandata. Ma allora perchè inviare due avvisi diversi? Pago la multa avvalendomi del servizio di internet banking, da casa mia, utilizzando il solo computer. Ma non è sufficiente, la pubblica amministrazione mi vuole vedere di persona, vuole che mi rechi in uno dei suoi uffici, prendendo il numero come dal salumiere e facendo una bella coda, altra passione dei burocrati di casa nostra. Devo dichiarare che il conducente in questione ero io e non un ‘altra persona cui avevo incautamente prestato il mezzo. Ora, è possibile che per una banalità di questo tipo io mi debba fisicamente recare presso un ufficio pubblico, debba farmi una coda, e compilare un modulo corredato dalla fotocopia della mia patente? Non sarebbe più semplice dare per scontato che al volante mi ci trovavo io, e solo nel caso in cui un’altra persona si fosse trovata al mio posto obbligare il cittadino a fornire all’amministrazione le generalità di questa persona? E utilizzare la posta elettronica o la PEC no? Nell’ufficio della polizia municipale quattro persone sono impegnate in questa inutilissima attività. Rilasciano una ricevuta con tanto di timbro (un altro grande feticcio della burocrazia, il sacro timbro da apporre con un brivido di piacere su qualche modello), tanto per giustificare il fatto di trovarsi, stipendiati dalla collettività, in quel posto, a svolgere una pratica assolutamente inutile, anzi solo fonte di seccature per i cittadini. Queste persone, in un qualsiasi altro paese dell’UE semplicemente non ci sarebbero, si troverebbero a casa o svolgerebbero compiti ben più importanti. Queste due malattie mortali, la corruzione e la burocrazia finiranno con lo strangolare questo paese, che da molto tempo ha il destino segnato di coloro che portano impresso in fronte il sigillo della propria miserabile condizione.