I giornalisti l’hanno archiviato in
un giorno appena, per tornare subito agli esercizi di retorica sugli 80 euro
mensili promessi da Renzi.
Una scelta alquanto peculiare, visto
che dietro ai freddi numeri ci sono comunque nomi e cognomi di persone che
muoiono nell’indifferenza mediatica e politica. Se si aggiunge inoltre che
491mila di questi cittadini è rappresentato da coppie con figli, è facile
comprendere come il dramma non si limiti ai dati statistici, ma sia tale da
minare alle fondamenta la stabilità della comunità nazionale italiana.
Ma il dato diventa è sempre più
agghiacciante se si guarda all’incremento percentuale: il numero delle famiglie
nelle quali tutte le forze lavoro sono in cerca di occupazione risulta infatti
in crescita del 18,3% rispetto al 2012, cioè +175mila in termini assoluti.
Peggio ancora se si confronta il quadro con quello del 2010: in questo caso il
rialzo supera il 50%, attestandosi precisamente al 56,5%. E pensare che in
questi anni si sono succedute almeno due grandi riforme del lavoro… Come a dire
che di riforme, a dispetto di quanto dichiarato dall’Unione Europea, si può
anche morire.
D’altro canto, questa notizia suona
come un’eco di quella sentita qualche settimana fa tramite l’autorevole voce di
Bankitalia, che denunciava l’aumento della povertà e la diminuzione dei
redditi. In questo studio si legge che nel biennio 2010 – 2012 il reddito
familiare medio in termini nominali è diminuito del 7,3%, mentre la povertà è salita
dal 14% del 2010 al 16% nel 2012. Per intenderci meglio: la soglia di povertà è
fissata su un reddito di 7.678 euro netti l’anno (15.300 euro per una famiglia
di 3 persone): un italiano su sei, insomma, vive con meno di 640 euro al mese.
Peccato che gli 80 euro di Matteo Renzi non tengano proprio conto di questi
cittadini, anzi, non prevedano neppure una soglia per il cumulo, arrivando al
paradosso che una famiglia che ha due redditi a 1490 euro al mese beneficerà
della prebenda elettorale “fiorentina”, mentre un incapiente rimarrà con la
bocca asciutta.
E’ una situazione tragica aggravata
dal servilismo di certa stampa, che da mesi ci racconta minuziosamente le
impegnative giornate dell’attuale Presidente, come se fosse stata ripristinata
in Italia la monarchia, mentre dall’altra parte resta totalmente in silenzio
sulla diffusa decadenza della società italiana (e se proprio la si vuol dire
tutta, anche di quella occidentale).
In questi giorni, passeggiando nel
cuore di Torino, la zona di Porta Palazzo, che è il più grande mercato
all’aperto d’Europa, ho potuto apprezzare tale decadenza in tutta la sua forza.
Sia chiaro che il mercato in sé resta uno dei più belli del mondo, grazie ai
suoi colori, alle sue voci, al suo dinamismo. Quello che inquieta sono i visi
delle persone che lo frequentano, sui quali si legge la sconfitta, la tristezza
e la stanchezza di una società che oggi pretende solo, prosciugando forze e finanze personali, e al momento del bisogno
non restituisce alcunché, anzi ti isola. Ci sono i vecchietti, col vestito
della domenica sgualcito, che passano in bicicletta con un sacco
dell’immondizia e si fermano a raccogliere i resti dei mercatali; c’è il
quarantenne in cassa integrazione che transita disperatamente da un banco
all’altro per vedere dove comprare al miglior prezzo, ma poi esce con una busta
praticamente vuota. source http://italian.ruvr.ru/
Ci sono le signore, tante, che cercano
disperatamente qualche indumento o un paio di scarpe a 5 euro. E infine ci sono
gli extracomunitari, a frotte, che vegetano, seduti sulle transenne del
mercato, dall’orario di apertura a quello di chiusura. La domanda sorge
spontanea: è questa la società che vogliamo lasciare ai nostri figli? È questa
l’idea vincente della multiculturalità? Penso proprio di no. E’ invece la
sconfitta culturale di un popolo che non riesce più a edificare basi solide per
se’ stesso. Più in generale, è la sconfitta di chi ha richiamato mano d’opera a
basso costo con la scusa dell’accoglienza a tutti i costi. Ma al livello
maggiore è la sconfitta dell’Occidente europeo, che come uno struzzo ha messo
la testa sotto la sabbia per non voler vedere che senza forti valori comuni
tutto finisce per disgregarsi. La politica italiana, nel vano tentativo di
seguire l’Eurocrazia nella sua ossessiva ricerca del rispetto dei parametri, ha
perduto quel concetto principe che era il caposaldo dell’Occidente: il senso di
umanità.