martedì 1 gennaio 2013

UN ANNO CON TREDICI LUNE



Inizia oggi un nuovo anno, si sono appena conclusi i festeggiamenti di San Silvestro. Già, i festeggiamenti. Ma di cosa, per che cosa? Mai come la fine del 2012 aveva in sé i germi di un anno duro, difficile, possiamo dire a tratti drammatico. Il 2013 sarà il peggiore anno della crisi, si toccherà probabilmente il fondo, in termini di rapporto debito/PIL, di aumento della disoccupazione, di nuove e pesanti imposizioni fiscali, di rincari delle tariffe di tutte le utenze (gas, energia elettrica, telefonia, autostrade ecc.), di salari ridotti al minimo, non più aggiornati e con una forte perdita della capacità di acquisto. Tra poco saremo chiamati alle urne, e anche questo è un evento infausto. Tutti sappiamo bene che non esiste nella nostra classe politica una figura in grado di governare la crisi, e pochi di noi hanno le idee chiare su chi e se andare a votare. Il panorama politico è il peggiore del mondo, estremamente frazionato: si va dalla destra di Storace alla neonata “Alba dorata Italia”, per passare dal PDL dello sciagurato Cavaliere, e poi una miriade di formazioni centriste, l’UDC di Casini, il Fli di Fini, Montezemolo, il nuovo soggetto politico di Oscar Giannino, gli arancioni di Ingroia, quel che resta del partito di Rutelli, per concludere con il PD e il partito di Vendola, e non dimentichiamo la variabile impazzita del movimento di Grillo. E’ difficile ammetterlo, ma, nonostante tutto, la scelta di Monti rimane l’unica opzione possibile. Il premier uscente non ha praticamente fatto nulla per incentivare la crescita e lo sviluppo economico, tutte le sua manovre, anche se con le denominazioni più stravaganti (spending review!) hanno avuto un carattere recessivo, senza il minimo dubbio. Ha pedissequamente seguito l’agenda della troika (UE, BCE, fondo Monetario), ma in questo modo ci ha messo in ginocchio. Ciononostante, non esiste un’altra figura credibile, un personaggio che comprenda qualcosa di economia e finanza, che sia in grado di rappresentare internazionalmente l’Italia. Lo vedete un piacentino come Bersani conversare amabilmente con la Merkel e Hollande? Sarebbe solo ridicolo. E Grillo? Sa insultare benissimo ed usare un linguaggio postribolare, ma ad un vertice di Bruxelles, dove nonostante tutto, ci sono persone serie, non farebbe una grande figura. Per non parlare di Berlusconi, un personaggio completamente bollito, con problemi mentali tuttora irrisolti. Nessuno può rappresentarci in Europa, e la partita del prossimo anno si giocherà quasi completamente fuori dai confini italiani. Si tratterà di mettere in sicurezza l’Euro, Draghi ha già fatto la sua parte, ma il resto spetta ai politici dell’eurozona. Senza moneta unica ci sarebbe solo povertà ed un nuovo medioevo cencioso e miserabile. Di Pietro è un corrotto come gli altri, Ingroia un velleitario impresentabile, De Magistris un pallone gonfiato totalmente inesperto di politica, Casini è l’unico persona che appartiene ad un lignaggio superiore, con un aplomb ed un equilibrio che potrebbero essere apprezzati, ma non avrà i voti sufficienti. E poi si vota con il vecchio sistema, il “porcellum”, e anche questo è un forte handicap non gradito dai mercati. Dicevamo dell’assoggettamento di Monti alle politiche merkeliane: ma è proprio questo che dobbiamo cominciare ad accettare: la cessione di sovranità è un male indispensabile se la posta in gioco è la salvezza dell’euro e l’esclusione di un default da parte dell’Italia. E’ triste essere così condizionati dalle borse e dai mercati ma la realtà è questa, e non possiamo farci niente. Il capitalismo è fallito, assistiamo alla sua lunghissima agonia, quella dove viene fuori la parte peggiore di questo recipiente senza contenuto, (in cauda venenum!), ma dobbiamo accettare quello che non possiamo evitare. Facciamo dunque i conti con una agenda politico economica scritta fuori dall’Italia, cui non dobbiamo, ovviamente, sottometterci completamente, ma le cui linee guida saranno un percorso obbligato. I populismi non servono, sono adatti solo ai bambini o ai cretini (che sono sempre numerosi). Dire che si abolirà l’IMU è una scemenza degna di Berlusconi, o di uscire dall’Euro come fa Grillo è una boutade degna solo di un comico di quart’ordine. La pressione fiscale, nel 2013 può solo arrestarsi, purtroppo non diminuire, pena un ulteriore avvitamento sul debito sovrano. Dovremo aiutare le nostre banche in difficoltà, ed un altro argomento in voga tra i populisti più stupidi è quello di non fornire più aiuti alle banche perché sono loro le colpevoli della crisi. Ma, a parte  che le banche italiane non sono colpevoli di alcunché, salvare le banche vuole dire salvare anche noi, i nostri risparmi, tutto quello che possediamo. Quello che abbiamo lo custodiscono e fanno fruttare proprio gli istituti di credito, neutralizzare le banche o lasciale fallire significa semplicemente tagliarsi gli attributi da soli, con le proprie mani. Almeno due dei cinque maggiori gruppi bancari nazionali avranno bisogno di cospicui aiuti, e noi, lo stato, il Tesoro, la Cassa Depositi e Prestiti dovranno per forza di cose correre loro in soccorso. Se falliscono le maggiori banche italiane, mettiamocelo bene in testa, fallisce anche lo stato. E allora addio stipendi e pensioni, arriva la depressione economica. Non sarà un anno facile, sarà anzi il peggiore di tutti, dal 2008 in poi. Cerchiamo di affrontarlo con coscienza, serietà, senza drammatizzare troppo, ma stando all’erta: quando andremo a votare, riflettiamo sulle politiche europee, e sulla sicurezza dell’euro, mettiamo pure in conto una piccola cessione di sovranità, è per il nostro bene, considerato il livello dei nostri uomini politici non può che essere un elemento positivo. Evitiamo di disperdere il voto assegnandolo agli asini che ragliano di ricette miracolistiche o di facili scappatoie, evitiamo i programmi che sono fatti solo di belle parole tutte teoriche. La politica d’ora in poi sarà fortemente condizionata dalla finanza, può piacerci o meno, ma è così. E’ probabile che dalle elezioni esca un quadro politico estremamente frammentato che renderà, grazie alla ripugnante legge elettorale che ci affligge, impossibile la formazione di un governo duraturo. E allora sarà giocoforza ridare la parola ai tecnici. Non è una previsione infausta, anzi. Se messi a confronto con i politici,  forse, un governo di soli tecnici non è che il minore dei mali possibili.
*Il titolo si riferisce alla credenza per cui un anno con tredici lune, come il 1978, ha pessime influenze sulle persone particolarmente sensibili.