Inizia oggi un nuovo anno, si
sono appena conclusi i festeggiamenti di San Silvestro. Già, i festeggiamenti.
Ma di cosa, per che cosa? Mai come la fine del 2012 aveva in sé i germi di un
anno duro, difficile, possiamo dire a tratti drammatico. Il 2013 sarà il
peggiore anno della crisi, si toccherà probabilmente il fondo, in termini di
rapporto debito/PIL, di aumento della disoccupazione, di nuove e pesanti
imposizioni fiscali, di rincari delle tariffe di tutte le utenze (gas, energia elettrica, telefonia, autostrade ecc.), di salari ridotti al minimo, non più aggiornati e con una
forte perdita della capacità di acquisto. Tra poco saremo chiamati alle urne, e
anche questo è un evento infausto. Tutti sappiamo bene che non esiste nella
nostra classe politica una figura in grado di governare la crisi, e pochi di noi
hanno le idee chiare su chi e se andare a votare. Il panorama politico è il
peggiore del mondo, estremamente frazionato: si va dalla destra di Storace
alla neonata “Alba dorata Italia”, per passare dal PDL dello sciagurato
Cavaliere, e poi una miriade di formazioni centriste, l’UDC di Casini, il Fli
di Fini, Montezemolo, il nuovo soggetto politico di Oscar Giannino, gli arancioni di Ingroia, quel che resta del partito di
Rutelli, per concludere con il PD e il partito di Vendola, e non
dimentichiamo la variabile impazzita del movimento di Grillo. E’ difficile
ammetterlo, ma, nonostante tutto, la scelta di Monti rimane l’unica opzione
possibile. Il premier uscente non ha praticamente fatto nulla per incentivare
la crescita e lo sviluppo economico, tutte le sua manovre, anche se con le
denominazioni più stravaganti (spending review!) hanno avuto un carattere
recessivo, senza il minimo dubbio. Ha pedissequamente seguito l’agenda della
troika (UE, BCE, fondo Monetario), ma in questo modo ci ha messo in ginocchio. Ciononostante,
non esiste un’altra figura credibile, un personaggio che comprenda qualcosa di
economia e finanza, che sia in grado di rappresentare internazionalmente
l’Italia. Lo vedete un piacentino come Bersani conversare amabilmente con la
Merkel e Hollande? Sarebbe solo ridicolo. E Grillo? Sa insultare benissimo ed
usare un linguaggio postribolare, ma ad un vertice di Bruxelles, dove nonostante
tutto, ci sono persone serie, non farebbe una grande figura. Per non parlare di
Berlusconi, un personaggio completamente bollito, con problemi mentali tuttora
irrisolti. Nessuno può rappresentarci in Europa, e la partita del prossimo anno
si giocherà quasi completamente fuori dai confini italiani. Si tratterà di mettere
in sicurezza l’Euro, Draghi ha già fatto la sua parte, ma il resto spetta ai
politici dell’eurozona. Senza moneta unica ci sarebbe solo povertà ed un nuovo
medioevo cencioso e miserabile. Di Pietro è un corrotto come gli altri, Ingroia
un velleitario impresentabile, De Magistris un pallone gonfiato totalmente
inesperto di politica, Casini è l’unico persona che appartiene ad un lignaggio
superiore, con un aplomb ed un equilibrio che potrebbero essere apprezzati, ma
non avrà i voti sufficienti. E poi si vota con il vecchio sistema, il
“porcellum”, e anche questo è un forte handicap non gradito dai mercati.
Dicevamo dell’assoggettamento di Monti alle politiche merkeliane: ma è proprio
questo che dobbiamo cominciare ad accettare: la cessione di sovranità è un male
indispensabile se la posta in gioco è la salvezza dell’euro e l’esclusione di
un default da parte dell’Italia. E’ triste essere così condizionati dalle borse
e dai mercati ma la realtà è questa, e non possiamo farci niente. Il capitalismo
è fallito, assistiamo alla sua lunghissima agonia, quella dove viene fuori la parte
peggiore di questo recipiente senza contenuto, (in cauda venenum!), ma dobbiamo
accettare quello che non possiamo evitare. Facciamo dunque i conti con una
agenda politico economica scritta fuori dall’Italia, cui non dobbiamo,
ovviamente, sottometterci completamente, ma le cui linee guida saranno un percorso
obbligato. I populismi non servono, sono adatti solo ai bambini o ai cretini
(che sono sempre numerosi). Dire che si abolirà l’IMU è una scemenza degna di
Berlusconi, o di uscire dall’Euro come fa Grillo è una boutade degna solo di un
comico di quart’ordine. La pressione fiscale, nel 2013 può solo arrestarsi,
purtroppo non diminuire, pena un ulteriore avvitamento sul debito sovrano.
Dovremo aiutare le nostre banche in difficoltà, ed un altro argomento in voga
tra i populisti più stupidi è quello di non fornire più aiuti alle banche
perché sono loro le colpevoli della crisi. Ma, a parte che le banche italiane non sono colpevoli di
alcunché, salvare le banche vuole dire salvare anche noi, i nostri
risparmi, tutto quello che possediamo. Quello che abbiamo lo custodiscono
e fanno fruttare proprio gli istituti di credito, neutralizzare le banche o
lasciale fallire significa semplicemente tagliarsi gli attributi da soli, con
le proprie mani. Almeno due dei cinque maggiori gruppi bancari nazionali
avranno bisogno di cospicui aiuti, e noi, lo stato, il Tesoro, la Cassa Depositi e Prestiti dovranno per
forza di cose correre loro in soccorso. Se falliscono le maggiori banche italiane,
mettiamocelo bene in testa, fallisce anche lo stato. E allora addio stipendi e
pensioni, arriva la depressione economica. Non sarà un anno facile, sarà anzi
il peggiore di tutti, dal 2008 in poi. Cerchiamo di affrontarlo con coscienza,
serietà, senza drammatizzare troppo, ma stando all’erta: quando andremo a
votare, riflettiamo sulle politiche europee, e sulla sicurezza dell’euro,
mettiamo pure in conto una piccola cessione di sovranità, è per il nostro bene,
considerato il livello dei nostri uomini politici non può che essere un
elemento positivo. Evitiamo di disperdere il voto assegnandolo agli asini che
ragliano di ricette miracolistiche o di facili scappatoie, evitiamo i programmi
che sono fatti solo di belle parole tutte teoriche. La politica d’ora in poi
sarà fortemente condizionata dalla finanza, può piacerci o meno, ma è così. E’
probabile che dalle elezioni esca un quadro politico estremamente frammentato
che renderà, grazie alla ripugnante legge elettorale che ci affligge,
impossibile la formazione di un governo duraturo. E allora sarà giocoforza
ridare la parola ai tecnici. Non è una previsione infausta, anzi. Se messi a
confronto con i politici, forse, un
governo di soli tecnici non è che il minore dei mali possibili.
*Il titolo si riferisce alla credenza per cui un anno con tredici lune,
come il 1978, ha pessime influenze sulle persone particolarmente sensibili.