mercoledì 12 aprile 2017

GUERRA CHIMICA. COS’E’ IL SARIN

Convulsioni, bava alla bocca, asfissia e restringimento delle pupille. Sono questi, secondo diversi testimoni, i sintomi accusati dalle vittime del sospetto attacco chimico avvenuto il 4 aprile nella provincia siriana di Idlib, controllata da un'alleanza di ribelli e jihadisti che si oppongono al regime di Bashar al-Assad. I morti sono almeno 58, i feriti 160, tra cui molti bambini (leggi l'intervista ad Antonio Razzi: «Le armi chimiche di Assad? Tutte cazzate, lì non esistono»).
LA CONVENZIONE RATIFICATA DA DAMASCO NEL 2013. L’uso delle armi chimiche è stato proibito nel 1993 dalla comunità internazionale con la Convenzione di Parigi. L'intesa prevedeva che entro il 2007 i Paesi aderenti distruggessero il proprio arsenale e si impegnassero a smantellare i centri di produzione. Attualmente si calcola che sia stato effettivamente distrutto il 78,5% di tutte le armi chimiche esistenti al mondo.
Le uniche nazioni che non hanno aderito alla Convenzione nei termini previsti sono Egitto, Siria, Corea del Nord, Angola e Sud Sudan. Tra il 2013 e il 2014, tuttavia, in base all'accordo raggiunto tra Stati Uniti e Russia, le armi chimiche del regime di Damasco sono state consegnate all'Edgewood Chemical Biological Center, per essere distrutte a bordo della nave Cape Ray e nei laboratori di Finlandia, Usa e Gran Bretagna. Settantotto container, contenenti parte dell'arsenale, sono transitati dal porto italiano di Gioia Tauro. Sempre nel 2013, sotto la spinta della Russia, la Siria ha ratificato la Convenzione.
LO SPETTRO DEL SARIN. L'arma chimica utilizzata nella provincia di Idlib potrebbe essere il gas Sarin. Anche se, secondo l'esperto di armi chimiche Matteo Guidotti, bisogna usare cautela nel sostenere questa tesi. «Ho già visto in passato immagini e video di persone colpite con il Sarin e i segni erano molto più evidenti», ha spiegato Guidotti, «i corpi sono madidi di sudore, lacrime, saliva ma soprattutto escrementi. I soggetti intossicati generalmente vengono colpiti da fortissime convulsioni. E dai video diffusi localmente non si vede tutto questo». Il Sarin è un tipo di gas nervino, cioè un composto di acido fosforico che colpisce il sistema nervoso ed è classificato come arma chimica di distruzione di massa. È stato sintetizzato per la prima volta nel 1938 dagli scienziati tedeschi della multinazionale IG Farben, che volevano produrre un pesticida. Non ha colore, odore o sapore.
DANNI NEUROLOGICI IRREVERSIBILI. A contatto con la pelle, oppure inalato, provoca violenti conati di vomito, convulsioni, fuoriuscita di feci e urina, contrazione delle pupille. Basta un'esposizione piccolissima per portare alla morte per soffocamento. Un individuo intossicato in quantità non letali può comunque presentare danni neurologici irreversibili. Contro il gas occorre somministrare tempestivamente un antidoto, ad esempio l'atropina.
USATO CONTRO I CURDI NEL 1988. Nel 1939, una volta diffusa la notizia della scoperta, il governo tedesco ordinò la produzione di gas in vista di un utilizzo futuro da parte dell’esercito. Si stima che in questo modo siano stati prodotti almeno 500 chili di Sarin. Nel corso del Dopoguerra il gas venne adottato come arma chimica anche dalla Nato. In anni più recenti sono almeno tre gli episodi accertati di utilizzo del gas Sarin. Nel 1988 dai militari iracheni di Saddam Hussein, durante un bombardamento contro la città a maggioranza curda di Halabja, in cui morirono circa 5 mila persone. E poi dalla setta religiosa giapponese Aum Shinrikyo, a Matsumoto nel 1994 e a Tokyo nel 1995.
L'ATTENTATO ALLA METROPOLITANA DI TOKYO NEL 1995. Il caso più famoso è quello della metropolitana di Tokyo. Il 20 marzo del 1995 alcuni adepti di Aum Shinrikyo, una setta religiosa che metteva insieme elementi di buddhismo e induismo, piazzarono poco prima delle 8 del mattino vari sacchetti di plastica in alcune delle stazioni più frequentate di Tokyo: i sacchetti contenevano gas Sarin in forma liquida. Successivamente gli attentatori praticarono dei fori sui sacchetti con la punta dei loro ombrelli e il gas cominciò lentamente a diffondersi nell’aria. Alla fine della giornata i morti furono 12 e gli intossicati circa 6 mila. I motivi dell’attentato non sono mai stati chiariti.

Lettera 43