La storia di Report è quella degli ultimi 20 anni di giornalismo d’inchiesta in tivù. E trattandosi della Rai, la faccenda è ancor più significativa, essendo un lavoro d’indagine declinato secondo i canoni del servizio pubblico. Insomma, nei libri dedicati all’informazione esiste già un capitolo riservato a Milena Gabanelli, creatrice e conduttrice della trasmissione di RaiTre, avendo acquisito nel corso di questi anni una tale autorevolezza da porre il personaggio al di sopra di ogni sospetto.
CON MILENA UN CERTO RIGUARDO. Il suo modo di interpretare il mestiere, più simile a una missione che a un lavoro di routine, ha partorito uno stile difficile da imitare. Non a caso sia il centrodestra sia il centrosinistra hanno avuto un certo riguardo nell’attaccare Milena, pur non facendole mai sconti, ma senza mai arrivare oltre il limite consentito dalle regole del gioco. Persino durante la gestione di Mauro Masi, con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, il programma era nel mirino di tutti, però nessuno si è spinto sino al punto di chiederne la chiusura.
UN VALORE OLTRE LE IDEOLOGIE. A Milena, in fondo, veniva (e viene) riconosciuto un valore al di là delle posizioni ideologiche per come venivano confezionati i servizi, compresi quelli scomodi. Non solo. Toccare Milena sino a ieri voleva dire scatenare il Movimento 5 stelle e una parte della sinistra che non si riconosce nella posizione ortodossa del Partito democratico. Dunque critiche sì, ma crociate no.
Da quando
però la Gabanelli ha lasciato la sua creatura a Sigfrido Ranucci, attuale
conduttore della trasmissione, le cose sono totalmente cambiate. Con solo due
puntate all’attivo l’erede di Milena è riuscito a tirarsi addosso le critiche
di un po’ tutto il parlamento. A partire dalla maggioranza che sostiene il
governo guidato da Paolo Gentiloni, visto che più di un ministro è stato
attaccato dal programma, mentre il Pd ha aperto il fuoco contro la
trasmissione.
IL PD CONTRO
I VERTICI DELLA RAI. Prima per l’inchiesta sull’Eni e sui fondi a l’Unità, ora per il reportage su Roberto Benigni e sulla sicurezza dei vaccini, in particolare su quello contro il papilloma virus. Insomma, In un solo mese Ranucci ha
scatenato il finimondo, cosa che Milena non era riuscita a fare nemmeno in 20
anni di onorata carriera. C’è da dire che il Pd, in particolare, sta usando il
programma per regolare i conti all’interno della televisione pubblica, volendo
far saltare il vertice aziendale scelto da Matteo Renzi quando era a
Palazzo Chigi e rinnegato dallo stesso ex premier ora che è impegnato nella
campagna elettorale per le Primarie.
La libera
informazione è intoccabile. Il Pd impari a rispettarla. Report non
chiuderà a causa della censura di regime che contamina altri programmi come il
Tg1
IL BLOG DI BEPPE GRILLO
Va detto che
Ranucci ci ha messo anche del suo nello scatenare questa tempesta, proponendo
servizi ad alto rischio. Come quello sui vaccini, tanto da indurre molti
esponenti del Pd a bollare il programma come anti-vaccinista. Un’accusa che ha
costretto la Rai, caso abbastanza anomalo visto che sino a oggi non era mai
accaduto, a prendere posizione: «Rai è da sempre a supporto delle campagne
vaccinali. I vaccini sono indiscutibilmente una delle più grandi scoperte
scientifiche della storia, con la loro efficacia hanno permesso di ridurre
drasticamente la mortalità o debellare totalmente malattie un tempo incurabili
o gravemente invalidanti», spiega una nota di Viale Mazzini. «Per questo motivo
Rai, che raggiunge milioni di persone in ogni parte d'Italia, in tutte le
trasmissioni informative e in quelle di infotainment ha sempre sostenuto
l'unico punto di vista possibile: i vaccini sono un fondamento della medicina
moderna che non può essere messo in discussione».
LA BATTAGLIA
È APPENA INIZIATA. Se non
siamo di fronte a una presa di distanza da Report poco ci manca.
Sicuramente si tratta di un avvertimento. Al quale, però, ha fatto da
controcanto Grillo: «Il Pd non è intoccabile. L’Unità non è intoccabile.
Benigni non è intoccabile. L’Ema non è intoccabile», sostiene il Movimento 5
stelle sul blog di Beppe. «La libera informazione invece è intoccabile. Report
non chiuderà a causa della censura di regime che contamina altri programmi
Rai (come il Tg1), il Pd impari a rispettare l’informazione
indipendente». La battaglia è appena iniziata. E il dopo Gabanelli si
preannuncia tutt’altro che facile per Ranucci.
Renato
Stanco – Lettera 43