martedì 6 ottobre 2015

IL LINCIAGGIO DIFFERITO



Le immagini del manager di Air France in fuga dai dipendenti con la camicia strappata stanno facendo il giro del mondo.
Centinaia di lavoratori in protesta contro il comitato centrale della compagnia di bandiera francese, che la mattina del 5 ottobre era chiamato a decidere quanti posti tagliare nel prossimo piano di ristrutturazione, hanno fatto irruzione nella sede urlando slogan contro i dirigenti. E alcuni hanno oltrepassato il limite.
Il premier Manuel Valls si è detto «scandalizzato» dal loro comportamento, mentre la direzione di Air France ha annunciato una denuncia per «violenze aggravate».
AIR FRANCE, UN ANNO DI SCONTRI. Si chiama 'Perform 2020', e negli obiettivi di Air France-Klm doveva essere il primo passo per il ritorno agli utili e alla crescita organica.
Ma il piano strategico di rilancio presentato a settembre del 2014 dal gruppo franco-olandese si è presto trasformato in una fonte di discordia e aspri scontri, in particolare con i piloti francesi preoccupati per le loro condizioni di lavoro.
La battaglia si è ufficialmente aperta il 15 settembre 2014, quando i sindacati hanno indetto uno sciopero a oltranza per protestare contro alcuni punti del piano.
L'agitazione era proseguita per 14 giorni. L'impatto sui conti del gruppo, che puntava a chiudere l'esercizio in attivo, è stato pesante: circa 500 milioni di euro in meno nel risultato operativo. Nonostante le proteste, Air France ha mantenuto l'obiettivo di ridurre il costo del personale.
Proprio su quest'ultimo punto, però, il processo si è di nuovo arenato di fronte all'ostilità dei sindacati dei piloti, che non hanno trovato un accordo con i vertici aziendali su aumento dell'orario di lavoro e compensazione.
LA FURIA DEI LAVORATORI FRANCESI. Non è la prima volta che in Francia i lavoratori usano le 'maniere forti' contro i propri datori di lavoro e in più di un'occasione sono persino arrivati al sequestro.
«Fatti del genere accadono in un Paese dove la rappresentanza sindacale è piuttosto debole, e dove i lavoratori prendono in mano la situazione senza passare da intermediari», spiega Federico Martelloni, professore associato in Diritto del Lavoro all'università di Bologna, «in Italia i sindacati perdono quotidianamente un po' del loro peso, ma restano comunque molto più forti che in Francia».
Il picco di violenze nei confronti dei “padroni” s'è registrato nel 2009, ma il fenomeno s'era affermato già dai primi Anni 2000.
È stato solo con lo scoppiare della crisi economica, tuttavia, che una parte dei lavoratori francesi ha iniziato a considerare quello che in inglese viene definito bossnapping come unico e definitivo metodo per essere ascoltati.
LA GIUSTIZIA CHIUDE UN OCCHIO. Il codice penale francese prevede la reclusione dai 10 ai 30 anni per il sequestro di persona, ma in questi casi il diritto raramente viene applicato alla lettera dai giudici.
I tribunali tengono conto del clima sociale e non ricorrono a quelle che altrimenti sarebbero pene molto pesanti.
«In Italia un caso simile susciterebbe indignazione», spiega Martelloni, «e forse un giudice applicherebbe misure più severe di quanto avviene oltre confine. Ma ricordiamo che oltralpe c'è sempre stata un'attenzione maggiore all'istanza egualitaria, e nel dibattito francese ci si indigna molto di più per le questioni relative al diritto del lavoro. Chi giudica tiene sempre conto del contesto storico e sociale».
Ecco un elenco dei casi più eclatanti degli ultimi anni, a partire dal più recente.

Il picco di sequestri nel 2009

DIRIGENTI CHIUSI IN REDAZIONE. Il 29 gennaio 2014 i capi del gruppo editoriale Centre France/La Montagne sono stati trattenuti contro la loro volontà nella sede del quotidiano La Republique du Centre nella citta di Saran.
A innescare la “protesta” l'annuncio del taglio di 78 lavoratori tra i 1.200 del gruppo.
I MANAGER GOODYEAR SEQUESTRATI. Il 6 gennaio 2014 gli operai dello stabilimento Goodyear di Amiens, nel Nord della Francia, hanno pubblicato una foto di due uomini che parlavano tra loro, seduti a un tavolo delle riunioni.
Il testo recitava: 'Jusqu’ici tout va bien'. Fino a qui, tutto bene. Gli uomini in questione erano Michel Dheilly, direttore del sito produttivo, e Bernard Glesser, direttore delle risorse umane. Operai e sindacalisti della Cgt (Confédération générale du travail) avevano “sequestrato” i manager della Goodyear dopo la decisione dell’azienda, presa il 31 dicembre 2013, di chiudere la fabbrica e licenziare 1.173 persone.
L'AD DI SONY SOTTOCHIAVE. Il 12 marzo 2009 l’amministratore delegato della Sony francese è stato sequestrato dai dipendenti e costretto a passare la notte nella fabbrica di Pontonx-sur-l’Adour, in procinto di essere chiusa.
ALTA TENSIONE A PITHIVIERS. Il 23 marzo il direttore dello stabilimento della 3M di Pithiviers ha passato alcuni giorni nelle mani dei suoi dipendenti, per essere liberato dietro la promessa di riprendere i negoziati sulle condizioni di allontanamento di 110 dipendenti.
LE TRATTATIVE CON CATERPILLAR. Il 30 marzo è stata la volta di cinque manager della Caterpillar France, rilasciati con l’impegno a trattare sulla ristrutturazione del gruppo, che prevedeva oltre 700 licenziamenti.
L'ASSALTO AL TAXI DI HENRY-PINAULT. Il 31 marzo, il miliardario Francois Henry-Pinault è stato circondato per quasi un'ora da alcuni dipendenti della sua azienda che hanno bloccato il taxi su cui viaggiava a Parigi.
SCAPA, LO SCIOPERO DEGENERA. L'8 aprile, a Bellegarde-sur-Valserine, non lontano dalla frontiera svizzera, quattro dirigenti della Scapa, azienda britannica produttrice di adesivi e colle industriali, sono stati sequestrati dai dipendenti in sciopero.