giovedì 9 ottobre 2014

LA DOLCE VITA DEI CARDINALI



Undicesimo comandamento “Non fumare”. A questo punto sembrerebbe una scelta obbligata visti i 500 pacchetti di sigarette al mese (gratis) di cui ogni cardinale può disporre, anche quelli che del fumo non hanno il vizio. Ma si sa, negli ultimi tempi, il Vaticano, di vizi, ne ha scoperti fin troppi in casa sua e molti assolutamente illeciti, tanto da far muovere persino i “Sommi Vertici” a dare il via a un repulisti morale oltre che “fisico” riguardante anche nomi eccellenti, tra i porporati.
Arresti eccellenti
Di qualche giorno fa la notizia dell’arresto per presunti reati a sfondo pedofilo dell’ex nunzio di Santo Domingo in Vaticano il polacco Jozef Wesolowski, attualmente ai domiciliari. Quindi di fronte a questo, le sigarette extra non fanno tanto scalpore. Resta comunque il fatto che oltre alle sigarette (ma l’aneddotica papale racconta di ben altri tipi di fumate non sempre lecite all’interno del Concistoro, come quella che accompagnò papa Giovanni Paolo I), ci sarebbero da annoverare anche vari buoni benzina e servizi vari resi allo stato Vaticano, per di più completamente gratuiti. E ancora di più disturba il fatto che a rendere pubblica la cosa sia una lettera indirizzata a Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Card. George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia, nominato dall’attuale papa Francesco, per tagliare i vari sprechi e privilegi i cui godono e hanno sempre goduto, i porporati, ai tempi antichi dello Ior.
I tagli. Forse...
Compito ingrato senza dubbio, quello del “Cottarelli Vaticano”, il quale si è visto arrivare la missiva delicata, da parte del segretario generale del Governatorato, padre Fernando Vergez Alzaga, il quale, complimentandosi per la nomina, approfitta dell’occasione per “ricordare” all’alto prelato le facilitazioni riservate ai cardinali. Quasi avesse paura di perderle, visto che il compito di Pell era ed è quello di tagliare. Anche le sigarette se necessario.
Ma una cosa sono le concessioni interne, un’altra quelle che lo stato italiano, teoricamente laico, ma nella pratica molto succube del potere religioso, offre ogni anno alla Santa Sede la quale, lungi dall’accorgersene, approfitta, lieta, della “gentilezza” Ebbene, Roma, intesa non solo come città ospitante ma anche come simbolo dell’Italia intera, si sobbarca la spesa dei servizi idrici, fognari ed elettrici della nazione più piccola del mondo, la quale si rifiuta di contribuire alla spesa perchè le bollette italiane sul suolo di Piazza San Pietro non hanno valore. così come le leggi che obbligavano fino a qualche anno fa al pagamento dell’Ici, materia ancora molo discussa e particolarmente difficile da risolvere per i tanti esercizi commerciali della Chiesa cattolica presenti su territorio nazionale (i cui introiti, però, sono estremamente validi, a differenza dell’obbligo imposto dalle bollette).
Esenzioni: dall'Ici alla scuola
Ma tante e molto alte, sono le cifre di sgravi ed esenzioni a favore di Santa Romana Chiesa, e uno studio dell’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) parla di oltre 6 miliardi di euro ben distribuiti a tutti i livelli di potere, arrivando fino a privilegi “comunali” riunite tutte in una “selva oscura” di dantesca memoria (e anche in questo caso i richiami tra letteratura e storia sarebbero infiniti), che Conferenza Episcopale Italiana e Stato, non sempre hanno piacere di districare, anche perchè i numeri parlano, anche se solo orientativamente, di qualcosa come 1 miliardo di euro che arriva dall’8x1000. Diviso fra varie organizzazioni religiose, nel caso in cui chi lo versa preferisca farlo andare altrove, il meccanismo del “laico lascito” non è rispettato. Infatti il 60% del gettito risultante nel 2010 arrivava da scelte non espresse ovvero da parte di chi quella casella non l’ha firmata.
Senza contare il miliardo e mezzo di euro per gli insegnanti di religione che fanno “propaganda” per la Chiesa, ma che vengono stipendiati dallo stato. Un aspetto molto particolare considerando ormai la società italiana come estremamente multietnica. Scuola, si diceva. Ebbene si, pubblica con gli insegnanti di religione, privata in mano a personale cattolico il quale riceve finanziamenti pubblici. Tutte risorse sottratte al disastrato universo della scuola di stato.
Un sistema che Pell, con tutta la buona volontà, non potrà certo cambiare. Perciò continueremo a tenerci Santa Romana Chiesa compresi i 500 pacchetti di sigarette al mese. Ad impossibilia nemo tenetur, dicevano gli antichi, ovvero “nessuno è tenuto a fare cose impossibili”. Amen  (source)