Un interessante studio di Stefano
Livadiotti, sul libro “Ladri- Gli evasori e i politici che li proteggono” edito
da Bompiani, dimostra quanto la casta oltre a non accontentarsi di uno
stipendio comune non paga neanche le tasse come i comuni italiani.
I politici, quindi, oltre a
garantirsi stipendi d’oro, poltrone d’oro e pensioni d’oro, lavorando tutti
insieme appassionatamente (e sicuramente senza maggioranza e opposizione che si
contrappongono l’una all’altra) sono riusciti a garantirsi anche un’aliquota
fiscale privilegiata, cosa che a pochissimi, però, è nota.
L’aliquota mensile media Irpef di
chi rappresenta il popolo italiano è del 18,7%, e la media è stata ricavata con
documenti ufficiali alla mano, presi dal sito istituzionale della Camera,
quindi documenti alla portata di tutti.
L’esempio che è riportato è quello
di un parlamentare che non svolga altre attività e che percepisca, quindi,
soltanto il suo stipendio, ligio al suo dovere e che sia presente a tutte le
sedute cui è chiamato a partecipare.
L’indennità mensile che gli spetta è
di 10.435 euro mensili, 125.220 euro l’anno. Da tale somma l’onorevole subisce
ritenute previdenziali pari a 784 euro al mese, circa 9.410 euro annue, per il
Tfr di fine mandato che è esentasse. Inoltre per il trattamento pensionistico
all’onorevole vengono sottratti 918 euro al mese, 11.019 euro annui, più una
ritenuta di 526 euro mensili, 6.320 euro annui, per le spese di assistenza
sanitaria integrativa.
Lo stipendio del deputato, però, è
arricchito da quattro benefit, tutti esentasse: la diaria di soggiorno, 3.503
euro mensili, 42.037 annui (che però è diminuita di 206 euro per ogni giorno di
assenza da sedute in Parlamento); rimborso per le spese di mandato 3.690 euro
mensili, 44.280 euro annui; rimborso spese telefoniche forfettarie di 258 euro
mensili, 3.098 euro annui; l’ultima voce non è propriamente quantificabile
poiché in essa rientrano di tessere per viaggiare in treno, aereo, navi e
autostrada gratuitamente (si ipotizza un risparmio annuale di 5.000 euro circa)
e un rimborso forfettario di trasporto di 3.995 ogni 3 mesi, per ulteriori
15.980 euro annui.
In totale, quindi, il nostro
parlamentare alla fine dell’anno percepisce 235.615 euro. Deducendo le spese
previdenziali, assistenziali e spese varie si riduce a 189.431 euro l’anno.
La cosa strana però è che questi
189mila euro la base imponibile per il parlamentare è di soli 98.471 euro, il
pagamento delle tasse è quindi di 35.512 euro l’anno. In concreto, sul totale realmente
percepito, la media dell’aliquota pagata è, appunto del 18,7% contro il 39,4%
che pagherebbe qualsiasi altro cittadino italiano.
Un onorevole, a questo punto, oltre
tutti i privilegi che già ha, acquisisce anche quello di un fisco ridotto che
gli permette di pagare il 47% di quello che toccherebbe a un cittadino comune e
che gli permette di risparmiare circa 40 mila euro l’anno grazie
all’interpretazione, da parte del Parlamento ovviamente, dell’articolo 52,
comma 1, del Testo Unico delle Imposte sui redditi secondo cui non concorrono a
formare reddito le somme erogate a titolo di rimborso ai titolari di cariche
elettive “purché l’erogazione di tali somme e i relativi criteri siano disposti
dagli organi competenti a determinare i trattamenti dei soggetti stessi”
Patrizia Del Pidio per Investireoggi