lunedì 8 aprile 2013

UNA FACCIA DA SCHIAFFI



Che magnifica faccia da schiaffi. Mai vista una faccia che si presti così bene ad essere sbeffeggiata, dileggiata, spernacchiata, in una parola schiaffeggiata. Non gli sono bastati, a Bersani, i sonori ceffoni ricevuti da Grillo e il suo sgangherato movimento. Ne reclama a gran voce altri, magari sotto forma di calci, pugni o pizzicotti. E’ un formidabile punching ball, un ottimo incassatore. E’ rimasto l’unico, in questo paese, a credere di poter formare una colazione ed un governo con il movimento 5 stelle. Glielo hanno detto in tutti i modi, ingiuriandolo, coprendolo di contumelie, paragonandolo ad un morto che cammina, niente, non la vuole capire. Eppure non dovrebbe essere difficile. Grillo, un clown prestato alla politica, ha un pensiero fisso: mandare il paese a sbattere contro un muro. Non gli importa né il come né il quando, l’importante è sfasciare l’Italia, farla sfracellare in fondo ad un dirupo. I grillini chiedono a gran voce di poter governare con un surreale monocolore perché sanno benissimo che non è matematicamente possibile: l’unica cosa che sanno fare bene è demolire, distruggere, destrutturare il sistema paese fino a renderlo un cumulo di macerie fumanti. Vi chiederete il perché, cosa ci guadagnano. Non esiste una motivazione fondata, razionale, il movimento di Grillo è una setta religiosa sul modello di Scietology, non esiste dialettica interna, non esiste la modalità del confronto con gli altri (tanto è vero che nessuno di loro partecipa a dibattiti come tutti gli altri), esiste solo l’obbedienza cieca al capo e al suo suggeritore, Casaleggio-Goebbels. Così Bersani, dopo averle prese di santa ragione ed aver raggiunto vette di umiliazione inarrivabili, piuttosto che formare un governo di larghe intese, straparla di “confronto in Parlamento con le altre forze politiche” sperando di raccattare qualche voto qua e là, per andare avanti qualche settimana. E’ possibile essere, alla sua età e con la sua esperienza politica, così miopi, così autolesionisti? E’ proprio vero che solo la sinistra sa farsi del male come pochi altri. Ora, stabilito che con i grillini non è possibile fare alcunché, un po’ perché sono totalmente impreparati a tutto, un po’ perché l’unica cosa che vogliono fare è l’opposizione, non rimangono molte opzioni. Andare alle urne a giugno con la stessa inaudita legge elettorale equivale a conseguire un risultato fotocopia delle precedenti consultazioni. Sarebbe un altro spreco di tempo e denaro. Anche Napolitano, per evitare un danno ancora maggiore, ha preferito inventarsi l’escamotage all’italiana dei comitati dei dieci “saggi”, nulla di più inutile e ridicolo. Sono al lavoro da diversi giorni e non hanno prodotto granchè, se non la solita minestra e le consuete ovvietà. Evidentemente è un prendere tempo in attesa che il PD e il PDL si diano una svegliata. Abbiamo sempre aspramente criticato tutto quello che ha rappresentato per questo paese Berlusconi, ma, al punto in cui siamo, con una crisi economica che ci si divora, appare ovvio che la strada indicata da Renzi sia l’unica percorribile. Il PDL è quello che è, Brunetta lo rappresenta molto bene, con la sua proverbiale ottusa civetteria. Non è sicuramente facile intendersi con certa gente, ma è pur vero che ad un Brunetta corrispondono anche un Lupi ed uno Schifani che non sono da buttare. E’ vero che bisogna turarsi il naso, ma il risultato delle urne non dà scelta. E allora è meglio un governo di larghe intese, di scopo, che realizzi quegli otto o dieci punti che rappresentano altrettante riforme irrinunciabili, prima di tornare , magari fra un anno e con una nuovo legge elettorale, alle urne. Se Bersani non capirà una verità così elementare e continuerà a corteggiare i grillini invece di mettere mano ai provvedimenti più urgenti, il paese andrà a sbattere contro un muro, e alla sua faccia sarà somministrata una dose aggiuntiva di ceffoni.

ULTIM'ORA
Alla trasmissione televisiva "Agorà", intervistato da un giornalista sulla possibilità delle larghe intese, Bersani ha risposto testualmente: "Mi ci vedete in un governo con Renato Brunetta?". Beh, si tratta di qualcosa su cui riflettere. Non esiste nessun altro uomo al mondo che, in una così piccola statura, riesca a racchiudere tante cattive qualità. E' arrogante, velleitario, bolso, bugiardo, impreparato su tutto, tracotante. Non capisce nulla di economia e finanza e si taccia di essere un economista. Siamo sicuri di volere il ritorno, magari allo stesso Ministero che occupava, quello della Funzione Pubblica, di un simile personaggio? La sola idea ci fa rabbrividire. Brunetta è il Tigellino di Nerone, il consigliere fraudolento di Berlusconi. Dante lo avrebbe precipitato nella malebolge, in uno degli ultimi gironi infernali, accanto a Lucifero. Non ce la sentiamo di dare torto a Bersani su questo punto. Un governo di larghe intese è fattibile, ma una pregiudiziale da anteporre prima di ogni trattativa è che un tristo figuro del genere sia escluso da qualunque dicastero. Piuttosto sarebbe preferibile ritornare al voto, ma Brunetta no, sarebbe troppo.